Entro mercoledì saranno sentiti Livio Bacciocchi e Roberto Zavoli, entrambi in carcere nell’ambito di una indagine per riciclaggio. Successivamente Oriano Zonzini, l’ex direttore di Fincapital, che si trova ai domiciliari. Gli interrogatori di garanzia serviranno a chiarire le divergenze accertate tra le deposizioni di Roberto Zavoli, sentito almeno due volte negli ultimi mesi a San Marino, e l’interrogatorio fiume di Livio Bacciocchi a Napoli. Perché ci sono punti di vista differenti, e riguardano i rapporti e le dinamiche per così dire professionali che li legavano al presunto boss Francesco Vallefuoco nell’ambito di una indagine per riciclaggio di denaro sporco, ripulito attraverso la Fincapital di San Marino. L’esigenza della misura cautelare è scattata al rientro di Bacciocchi in Repubblica: scarcerato per decorrenza dei termini della carcerazione preventiva, venerdì notte il notaio è tornato in Repubblica ed ha modificato tutti gli assetti. Gli interrogatori potrebbero chiarire anche i rapporti tra Oriano Zonzini, (l’ex direttore da sabato ai domiciliari) Roberto Zavoli e Livio Bacciocchi. Rapporti non sempre tranquilli, come hanno dimostrato le intercettazione dell’operazione Staffa, ma che andarono avanti fino al 2009. In una di queste Bacciocchi si diceva preoccupato per il coinvolgimento nei loro affari dei casalesi e dei napoletani, di cui pure era a conoscenza, in particolare per il buon nome della finanziaria. Tutto ruota attorno a Fincapital. E non solo in Tribunale. E’ aperta anche l’inchiesta della commissione parlamentare antimafia, che oggi è tornata a riunirsi. Le audizioni sono frequenti e la politica si interroga sui presunti legami tra Palazzo e gli uomini del clan Vallefuoco.
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