Piombata con precisione ritenuta sospetta sul sistema bancario-finanziario del Titano ad un mese dalla scadenza della procedure di voluntary disclosure, l'operazione della Guardia di Finanza di Forlì rischia di trasformarsi in scontro politico. “Un evidente forma di aggressione verso il sistema sammarinese” tuona la nota congiunta di Segreteria Esteri e Finanze, che contesta contenuti e metodo. Davanti ai numeri dell'operazione, “che non possono rispondere alla realtà delle cose sia in relazione ai volumi che ai soggetti interessati, che praticamente rispondono alla totalità della popolazione” i Segretari Valentini e Capicchioni hanno preso carta e penna e spedito il proprio disappunto ai ministri italiani agli Esteri e alle Finanze. A rendere grave quanto accaduto il riconoscimento del percorso evolutivo compiuto da San Marino, sia a livello istituzionale che di riorganizzazione del modello economico e di riposizionamento nel contesto internazionale, dimostrato con l'inserimento nella white list fiscale e antiriciclaggio, cosa di cui-ecco l'aggravante- è stato preso atto da entrambe le parti con reciproca soddisfazione. 33 miliardi movimentati in sei anni, redditi nascosti al fisco italiano per oltre 850 milioni di euro, iva evasa per circa 153 milioni: forma e contenuti del comunicato non corrispondono allo stato attuale delle relazioni, contraddistinte da un percorso chiaro di piena collaborazione a tutti i livelli. Per questo il Governo di San Marino ha chiesto alla Farnesina e al MEF l'urgente convocazione di un incontro bilaterale,
per meglio chiarire una situazione che rischia di intaccare fiducia e collaborazione. Un attacco che coglie di sorpresa e da cui San Marino si difende con puntiglio: smentiti falsi allarmismi che si leggono in alcuni articoli di stampa , ribadita la massima collaborazione alla regolarizzazione dei capitali depositati presso istituti bancari sammarinesi, secondo le richieste effettuate da correntisti italiani conformemente alla voluntary disclosure. Ora si attende risposta da Roma.
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per meglio chiarire una situazione che rischia di intaccare fiducia e collaborazione. Un attacco che coglie di sorpresa e da cui San Marino si difende con puntiglio: smentiti falsi allarmismi che si leggono in alcuni articoli di stampa , ribadita la massima collaborazione alla regolarizzazione dei capitali depositati presso istituti bancari sammarinesi, secondo le richieste effettuate da correntisti italiani conformemente alla voluntary disclosure. Ora si attende risposta da Roma.
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