Sono preoccupati per la crisi economica, che ha peggiorato le opportunità di trovare occupazione lavoro, soprattutto per chi, come loro, si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. La ricerca, condotta dall'Università Cattolica di Milano, ha preso in esame un campione di 4500 giovani tra i 18 e i 29 anni, mettendo in luce la loro determinazione, l'intenzione di non demordere e di adattarsi. Sul loro futuro intendono investire anche a costo di accettare salari più bassi, ad assumere mansioni che non corrispondono ai loro titoli di studio e alla loro preparazione culturale e professionale. Tra i laureati l’incoerenza tra lavoro e percorso formativo scende al 30%. In ogni caso, solo il 33% di chi ha una laurea afferma di svolgere un lavoro pienamente coerente con quanto ha studiato. Per affrontare la crisi mettono in campo strategie temporanee e attendono tempi migliori.
Solo il 20% di chi un lavoro lo ha trovato è soddisfatto della sua condizione, mentre il 25% non lo è per nulla, ma a casa, a girarsi i pollici in attesa dell'occasione della vita, non ci resta quasi nessuno.
Hanno voglia di partecipare attivamente alla vita sociale del Paese, non si fidano dei politici ma non disdegnano un impegno rigoroso. Hanno fiducia nell'Europea e nella Scuola, l'istituzione che sentono più vicina. L’Italia è tra i Paesi europei con il più basso tasso di occupazione giovanile e la più elevata quota di Neet, ovvero di under 30 che non studiano e non lavorano, e questo campione, che si attesta sul 20 per cento dei giovani, è quello che più preoccupa.
Nel video l'intervista a Daniela Marzana – Università Cattolica di Milano
Solo il 20% di chi un lavoro lo ha trovato è soddisfatto della sua condizione, mentre il 25% non lo è per nulla, ma a casa, a girarsi i pollici in attesa dell'occasione della vita, non ci resta quasi nessuno.
Hanno voglia di partecipare attivamente alla vita sociale del Paese, non si fidano dei politici ma non disdegnano un impegno rigoroso. Hanno fiducia nell'Europea e nella Scuola, l'istituzione che sentono più vicina. L’Italia è tra i Paesi europei con il più basso tasso di occupazione giovanile e la più elevata quota di Neet, ovvero di under 30 che non studiano e non lavorano, e questo campione, che si attesta sul 20 per cento dei giovani, è quello che più preoccupa.
Nel video l'intervista a Daniela Marzana – Università Cattolica di Milano
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