La fotografia scattata dall’Istat evidenzia molti aspetti di un mondo spesso sconosciuto agli adulti. I ragazzi di oggi sono sempre più figli unici – dato che è aumentato negli ultimi dieci anni - e crescono in famiglie sempre meno tradizionali. Imparano presto a cavarsela da soli: quasi il 40% tra i 6 e i 17 anni possiede le chiavi di casa.
Questa maggiore autonomia si riflette su abitudini, rapporti sociali, modo di comunicare.
La quasi totalità dei minori dispone di un cellulare.
Spesso sono i genitori ad acquistarlo ai figli anche se molto giovani, dato che rappresenta una sicurezza, un modo per controllarli, per sapere dove sono e cosa fanno.
La famiglia composta dal padre che lavora e la madre casalinga sta ormai tramontando: la maggior parte dei coniugi sono entrambi impegnati e cresce anche la percentuale dei giovani che vive con un solo genitore. Diventa quindi sempre più difficile seguire il proprio figlio, e il cellulare rappresenta il compromesso ideale.
Negli ultimi otto anni, però, si è assistito ad uno strano fenomeno: ad un cambiamento del linguaggio giovanile, dovuto all’uso continuativo degli sms. E il cellulare, da mezzo di comunicazione, si è trasformato in un gioco da portare sempre con sé.
Oltre la metà dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni si diverte con il proprio telefonino: cambia il tipo di suoneria, ascolta la musica, scatta e riceve foto.
E i più giovani non mancano di inviare e ricevere filmati. Purtroppo la cronaca ci insegna che il cellulare può trasformarsi anche in un’arma impropria se nelle mani di cyber bulletti, soprattutto a scuola. Tanto che in molti istituti italiani sono stati banditi in classe perché di intralcio allo svolgimento delle lezioni e troppo spesso utilizzati per sbeffeggiare compagni ed insegnanti.
Monica Fabbri
Questa maggiore autonomia si riflette su abitudini, rapporti sociali, modo di comunicare.
La quasi totalità dei minori dispone di un cellulare.
Spesso sono i genitori ad acquistarlo ai figli anche se molto giovani, dato che rappresenta una sicurezza, un modo per controllarli, per sapere dove sono e cosa fanno.
La famiglia composta dal padre che lavora e la madre casalinga sta ormai tramontando: la maggior parte dei coniugi sono entrambi impegnati e cresce anche la percentuale dei giovani che vive con un solo genitore. Diventa quindi sempre più difficile seguire il proprio figlio, e il cellulare rappresenta il compromesso ideale.
Negli ultimi otto anni, però, si è assistito ad uno strano fenomeno: ad un cambiamento del linguaggio giovanile, dovuto all’uso continuativo degli sms. E il cellulare, da mezzo di comunicazione, si è trasformato in un gioco da portare sempre con sé.
Oltre la metà dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni si diverte con il proprio telefonino: cambia il tipo di suoneria, ascolta la musica, scatta e riceve foto.
E i più giovani non mancano di inviare e ricevere filmati. Purtroppo la cronaca ci insegna che il cellulare può trasformarsi anche in un’arma impropria se nelle mani di cyber bulletti, soprattutto a scuola. Tanto che in molti istituti italiani sono stati banditi in classe perché di intralcio allo svolgimento delle lezioni e troppo spesso utilizzati per sbeffeggiare compagni ed insegnanti.
Monica Fabbri
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