Il sospetto è gravissimo: nell’ufficio postale di città le affrancature, variabili a seconda del peso, venivano gonfiate e la differenza tra il costo reale di spedizione e quello richiesto all’utente, intascato, pare, da qualche dipendente. Nell’ambiente delle poste già da alcuni mesi circolava la voce secondo la quale la pratica illecita veniva messa in atto da una “cricca” di almeno 3 persone. Per ora è in corso solo un’indagine amministrativa, ordinata dalla segreteria di Stato alle Finanze. Ma non è escluso che ne parta una anche ad opera della magistratura. Sembra che le persone implicate nel caso, scattato dopo che il capoufficio di ruolo è andato in maternità, avessero fatto dell’ufficio postale “cosa loro”. E se qualche collega non coinvolto nell’allegra compagnia tentava di opporsi partivano le ritorsioni. Significativo il trasferimento a Montegiardino di un dipendente. Sospetti, solo sospetti, per ora. Fatto sta che da ormai due settimane il vicedirettore delle Poste permane quasi stabilmente nell’ufficio di Città, per controllare che il lavoro si svolga regolarmente. L’indagine amministrativa ha coinvolto anche tutti gli altri uffici postali sul territorio, dove a sorpresa sono state fatte ispezioni e controllati i registri.
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