Sul Titano l'attenzione è alta e sorvegliato speciale è il fronte idrogeologico, con frane e smottamenti in vari punti del territorio. Riunita di nuovo l'Unità di crisi per fare il punto e coordinare gli interventi, dopo che nella notte la pioggia è tornata battente: altri 50 millimetri, dopo i 100 caduti ieri. Sul fronte meteo si annuncia una attenuazione, con un nuovo bollettino della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, che, se esclude nuove precipitazioni per domani, mantiene l'allerta rossa per le piene dei fiumi. In campo allora Protezione Civile, forze dell'ordine, aziende dei Lavori Pubblici e dei Servizi, Ugraa, il volontariato: decine di interventi per mappare e ripristinare i dissesti
“Purtroppo – spiega il Capo della Protezione Civile, Pietro Falcioni - anche se il fenomeno è in attenuazione sul fronte delle precipitazioni, già da questa notte ci siamo dovuti attivare per fronteggiare le emergenze. Ad esempio, in Strada Genghe di Atto due lingue di terra sono smottate, interessando le carreggiata stradale e abbiamo dovuto effettuare un restringimento del carreggiata. Poi, qui in Centrale Operativa Interforze, dove una figura della Protezione Civile da oggi è presente per gestire e coordinare l'emergenza, sono prevenute ulteriori emergenze: in Strada Prima Gualdaria, o dissesti in giro per il territorio. I nostri terreni, per via di questa pioggia, cominciano a dissestarsi. Le zone in difficoltà sono sempre quelle legate ai versanti critici che già conosciamo, ad esempio, abbiamo dovuto effettuare un intervento a Canepa, dove è stato chiuso anche un tratto di strada e sono monitoraggio tutte le zone critiche e tutte le strutture operative della Protezione Civile, per cercare di ripristinare quanto prima tutte le possibili difficoltà e viabilità che possono essere interrotte. Sono comunque stati effettuati solo interventi legati al territorio; non ci sono stati fenomeni di pubblica incolumità. Non è stato necessario evacuare ulteriori persone”.
Dopo la frana che ha portato al crollo di scala Malagola e all'evacuazione di due persone, interviene la proprietà dell'appartamento. Denuncia una situazione che si protrae da anni e non legata all'emergenza alluvione; irrisolta a forza di lentezze burocratiche, rimbalzi di competenze, interventi non risolutivi e non strutturali. Nel rammarico, non tanto per il danno economico, quanto piuttosto per il danno morale e di responsabilità nei confronti dei due giovani affittuari. L'Azienda Lavori Pubblici ricorda l'ordinanza, che chiamava la proprietà ad eseguire con urgenza, entro il 14 maggio, interventi di messa in sicurezza a proprie spese. Sarà ora la stessa Azienda ad intervenire, rivalendosi dei costi sui proprietari. Già attivata – segnala – la programmazione dei lavori. Si partirà con la verifica della stabilità dell'accesso dell'abitazione, per poi metterla in sicurezza e garantire il rientro degli abitanti.
Nel servizio Pietro Falcioni, Capo Protezione Civile San Marino