Un film realizzato dal basso, attraverso l’azionariato popolare, che ritrae con molto realismo la vita sofferta di 4 giovani immersi nella spirale del precariato, sinonimo di bassa qualità, incertezza continua ed enormi ricatti da parte dei superiori. Così la Csdl commenta il film “Il Vangelo secondo precario (storie di ordinaria flessibilità)' proiettato ieri sera e presentato dal segretario confederale Csdl, Gilberto Piermattei e dal segretario nazionale dei lavoratori atipici della CGIL, Emilio Viafora. 'La realtà del precariato, ha ricordato Piermattei, investe anche le generazioni del nostro paese e su questo la Csdl intende attrezzarsi sempre più efficacemente per svolgere al meglio il proprio ruolo e affermare il diritto per tutti ad un lavoro stabile e di qualità'. 'In Italia, come ha sottolineato Viafora, il fenomeno riguarda 4 milioni di persone per effetto della legge 30 che ha istituito 53 tipologie di lavoro parasubordinato. Questa condizione di incertezza, ha detto, sta cambiando lo stesso profilo antropologico delle nuove generazioni. Per la prima volta i giovani hanno la percezione che la vita in futuro sarà peggiore rispetto a quella dei loro genitori. I lavoratori precari sono esclusi dal welfare state, non hanno diritto a ferie, malattia, maternità e previdenza e quindi percepiscono l’intera esistenza come una incerta lotta per la sopravvivenza, senza supporti collettivi'. Questa realtà, secondo l’analisi dei due sindacalisti, condiziona pesantemente le scelte esistenziali: molti giovani tardano parecchio o rinunciano completamente a creare una famiglia e la stessa maternità viene spostata molto avanti nel tempo.
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