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Il geologo Pedini replica a Chiaruzzi (Aass): "I progetti fine anni '90-inizio 2000, l'unica possibilità di creare un invaso"

Rilancia il progetto di un "bacino-invaso di ritenuta delle acque del torrente San Marino con costi accettabili valutabili tra i 10-15 milioni di euro"

17 ago 2024
Il geologo Pedini replica a Chiaruzzi (Aass): "I progetti fine anni '90-inizio 2000, l'unica possibilità di creare un invaso"

Aveva partecipato attivamente a studi e indagini negli anni 1994/97 e successivamente negli anni 2007-8 “alla sola campagna di indagini geognostiche” a lui affidate, “assieme ad altri colleghi, in subappalto dallo Studio di Architettura incaricato dai dirigenti AASS/ Segreteria di Stato all’AASS, per “produrre un progetto aggiornato di captazione sul torrente San Marino alla sezione di Gorgascura/Pennarossa”: il geologo Fabio Pedini, già Presidente dell'Ordine dei Geologi sammarinesi, oggi replica alle considerazioni critiche sui risultati di quei progetti e studi di invaso in territorio sammarinese da parte dell'attuale Direttore Aaas, Raoul Chiaruzzi, in una recente intervista rilasciata al sito di San Marino RTV.

“Per quanto mi compete professionalmente e dalla mia esperienza personale, senza in queste sede dilungarmi in analisi tecniche e storiche dei progetti e degli studi pregressi, l’unica e l’ultima possibilità che abbiamo come sammarinesi di poter realizzare un bacino-invaso di ritenuta delle acque del torrente San Marino – spiega Fabio Pedini - con costi accettabili valutabili tra i 10-15 milioni di euro attuali della capacità di circa 3.000.000 di metri cubi cioè pari al consumo medio annuale o quasi, questa capacità di invaso viene garantita, alimentata e rinnovata annualmente dall’apporto delle acque superficiali corrive del torrente che ricopre, alla sezione di Gorgascura, un’area di bacino di circa 16 chilometri quadrati. Ogni anno su questo bacino imbrifero si verificano precipitazioni medie sull’ordine dei 10-12 milioni di metri cubi d’acqua, per cui il rinnovo e la ricarica idrica del bacino vengono garantiti dalle precipitazioni medie annuali. Problemi di interramento a tutt’oggi sono molto remoti – osserva poi - dopo che da oltre quarant’anni vengono regolarmente realizzate opere di bonifica calanchiva e dei fossi, ne è prova l’alto rinverdimento e rimboscamento di tutti il bacino da Monte San Paolo alla valle Sant’Anastasia, a Chiesanuova e Montemaggio”.

Problemi collegabili alla geologia nella redazione di un progetto esecutivo e nella realizzazione delle opere di presa e di invaso non ce ne sono – conclude - o sono comunque risolvibili nella normale dialettica tecnico costruttiva di una piccola opera di ingegneria idraulica come questa”.





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