Attorno alla bara bianca, che richiama l'innocenza di quei 21 anni ancora da compiere, il dolore del distacco che non ha parole. “Sarebbe più facile il silenzio” ammette fra Ignazio Faraci che della tragedia della morte di Sara Manzaroli, vittima di un incidente stradale in una stagione della vita piena di progetti, tenta una lettura che consoli e dia speranza, partendo da quelle passioni che hanno reso piena la vita della giovane e migliore quella di chi le ha voluto bene: la moto, la velocità, la musica, il pianoforte.
"I giovani hanno bisogno di passioni” ha ricordato rivolgendosi alla famiglia, al fratello gemello, ai tantissimi appassionati delle due ruote che hanno portato vicino alla chiesa il rombo del motore per l'ultimo saluto a Sara. Poi gli aneddoti degli amici e di chi l'ha conosciuta fin da bambina, per ricordare quanto dato nel poco tempo concesso, da condividere per affrontare il dolore, senza lasciare alla morte l'ultima parola.