Nel giorno in cui un faldone con la trascrizione di un centinaio di intercettazioni telefoniche esce dalla procura di Forlì e alcuni giornali ne pubblicano stralci che sottolineano lo stretto legame tra banche e politica, sia sammarinese che italiana, la lettera che Paola Stanzani ha scritto ai dipendenti Delta dopo 20 giorni di carcere, lascia trasparire un aspetto della vicenda più umano, che forse si era un po’ perso nel clamore di una vicenda spettacolarizzata dalle telecamere. “Mi sento umiliata e violentata” ha scritto infatti la vice presidente del gruppo Delta e componente del Cda della Cassa di Risparmio di San Marino.
La donna scrive di avere la coscienza pulita, di sentirsi un leone in gabbia, di vivere come una ingiustizia insopportabile il fatto che i magistrati abbiano considerato il progetto come un’associazione a delinquere. Augura ai destinatari di riuscire a fare fronte, compatti, a quello che definisce l’ennesimo attacco. Nella lettera, che i dipendenti hanno deciso di fare pubblicare, parla anche degli arresti domiciliari, che non le erano ancora stati concessi: “Li temo - confida la Stanzani - più della galera”.
Infine, un invito ad uscire e a raccontare la verità. Una verità che anche gli inquirenti stanno cercando di ricostruire, attraverso i tantissimi dialoghi telefonici intercettati: si va dalle tecniche sulle modalità della messa in sicurezza di assegni bancari, allo scambio di consigli, più prudenti, una volta che gli indagati hanno la certezza delle accuse in fase di formulazione della procura di Forlì. Sullo sfondo, un memoriale che ha delineato un quadro fatto di ingerenze pesantissime da parte di governi italiani e sammarinesi sugli affari della banca. E’attribuito a Gilberto Ghiotti, ma il Presidente della Cassa di Risparmio non ha mai confermato né smentito di esserne l’autore. Di sicuro, la vicenda, è destinata ad allargarsi. La prossima puntata di Report, domenica sera su Rai 3, è costruita proprio sugli ultimi sviluppi.
La donna scrive di avere la coscienza pulita, di sentirsi un leone in gabbia, di vivere come una ingiustizia insopportabile il fatto che i magistrati abbiano considerato il progetto come un’associazione a delinquere. Augura ai destinatari di riuscire a fare fronte, compatti, a quello che definisce l’ennesimo attacco. Nella lettera, che i dipendenti hanno deciso di fare pubblicare, parla anche degli arresti domiciliari, che non le erano ancora stati concessi: “Li temo - confida la Stanzani - più della galera”.
Infine, un invito ad uscire e a raccontare la verità. Una verità che anche gli inquirenti stanno cercando di ricostruire, attraverso i tantissimi dialoghi telefonici intercettati: si va dalle tecniche sulle modalità della messa in sicurezza di assegni bancari, allo scambio di consigli, più prudenti, una volta che gli indagati hanno la certezza delle accuse in fase di formulazione della procura di Forlì. Sullo sfondo, un memoriale che ha delineato un quadro fatto di ingerenze pesantissime da parte di governi italiani e sammarinesi sugli affari della banca. E’attribuito a Gilberto Ghiotti, ma il Presidente della Cassa di Risparmio non ha mai confermato né smentito di esserne l’autore. Di sicuro, la vicenda, è destinata ad allargarsi. La prossima puntata di Report, domenica sera su Rai 3, è costruita proprio sugli ultimi sviluppi.
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