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Incidenti stradali: tra le cause anche l'assunzione di farmaci pericolosi per la guida

14 mar 2007
Automobili
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In Repubblica non esistono casi di ritiro della patente per automobilisti trovati al volante in condizioni di scarsa lucidità, a causa dell’assunzione di farmaci. Questo non perché il problema non esista ma perché la legge si limita a fare riferimento alle sostanze psicotrope senza però specificare quali e quindi il riferimento unico va all’utilizzo di stupefacenti.
Eppure si stima che almeno il 10% dei morti e dei feriti sulle strade abbia fatto uso di sostanze psicoattive e che queste rappresentino uno dei fattori responsabili dell’incidente.
Va anche sottolineato che, in molti casi, chi li assume non sa che alcuni farmaci possono essere pericolosi per la guida.
Negli ultimi anni, ad esempio, è aumentato considerevolmente il consumo di tranquillanti, specie di quelli capaci di ridurre l’ansia e dei neurolettici che sono sedativi molto potenti. Alcune di queste sostanze si trovano anche nelle preparazioni usate come spasmolitici nel trattamento dei disturbi gastrointestinali. Gli automobilisti che assumono queste sostanze aumentano di 5-10 volte il rischio di incidenti.
Sono in grado di alterare la lucidità mentale e quindi la capacità di guida anche gli ormoni, ad esempio per i diabetici in trattamento con l’insulina se saltano il pasto o lo ritardano troppo a lungo dopo avere assunto i farmaci. Non fanno eccezione gli antistaminici, soprattutto quelli di vecchia generazione, utilizzati per alcune forme di allergia e per i malesseri da viaggio, ma anche gli sciroppi per la tosse e alcuni decongestionanti delle prime vie respiratorie. La iossina, spesso usata contro il mal di mare o il mal d’auto, impedisce all’occhio di adattarsi alla luce, mentre le sostanze usate per curare le infezioni delle vie urinarie e per prevenire l’angina alterano la visione del colore e l’acutezza visiva.

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