Un ministro del governo indiano ha chiesto di rivelare l'identità della studentessa di 23 anni morta dopo un brutale stupro a New Delhi avvenuto lo scorso 16 dicembre e al centro di una vasta mobilitazione popolare contro la violenza contro le donne. L'ex funzionario dell'Onu e scrittore Shashi Tharoor, a capo di un dicastero per lo Sviluppo delle Risorse Umane, ha criticato su Twitter la decisione di non pubblicare il nome della vittima. "Il suo nome dovrebbe essere onorato e diventare il nome di una nuova legge contro gli stupri - ha scritto. Era un essere umano con un nome, non soltanto un simbolo". La legge indiana tutela la privacy delle vittime di violenze sessuali. La giovane è stata soprannominata con diversi appellativi, come Damini, Nirbhaya o Amanat, ma il suo vero nome non è mai stato divulgato in osservanza all'articolo 228-A del codice penale indiano che stabilisce fino a due anni di carcere per questo reato. Intanto, la tv Cnn-Ibn ha riferito che la polizia ha denunciato il proprietario dell'autobus usato dal branco di sei stupratori e che il mezzo era usato come scuolabus.
Le autorità giudiziarie hanno deciso di condurre un processo per direttissima contro gli stupratori della studentessa di 23 anni morta dopo una brutale violenza. Lo riporta l'emittente privata Ndtv. Il presidente della Corte Suprema Altamas Kabir (lo stesso che deve pronunciarsi sul ricorso italiano relativo alla vicenda dei due marò) inaugurerà oggi un tribunale speciale detto "Fast-track court" che si occuperà di giudicare con rito veloce i sei imputati accusati di omicidio e stupro. Il tribunale è situato nel quartiere di Saket, nel sud della capitale, dove è avvenuto il reato. Gli investigatori presenteranno, probabilmente già domani, un documento di mille pagine con le prove, i referti medici e diverse testimonianze, tra cui quella del fidanzato, in cui chiedono l'applicazione della pena di morte. La "fast track Court" è uno dei quattro tribunali che saranno creati a New Delhi e che si occuperanno esclusivamente di reati contro le donne.
Le autorità giudiziarie hanno deciso di condurre un processo per direttissima contro gli stupratori della studentessa di 23 anni morta dopo una brutale violenza. Lo riporta l'emittente privata Ndtv. Il presidente della Corte Suprema Altamas Kabir (lo stesso che deve pronunciarsi sul ricorso italiano relativo alla vicenda dei due marò) inaugurerà oggi un tribunale speciale detto "Fast-track court" che si occuperà di giudicare con rito veloce i sei imputati accusati di omicidio e stupro. Il tribunale è situato nel quartiere di Saket, nel sud della capitale, dove è avvenuto il reato. Gli investigatori presenteranno, probabilmente già domani, un documento di mille pagine con le prove, i referti medici e diverse testimonianze, tra cui quella del fidanzato, in cui chiedono l'applicazione della pena di morte. La "fast track Court" è uno dei quattro tribunali che saranno creati a New Delhi e che si occuperanno esclusivamente di reati contro le donne.
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