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La Corte Europea boccia i novax che rifiutarono il vaccino: non fu violazione dei diritti

Sentenza all'unanimità. L'accusa di discriminazione, in particolare, è ritenuta "manifestamente infondata"

di Francesca Biliotti
29 ago 2024

Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19, e per questo erano stati sospesi dalla loro normale attività di operatori sanitari all'interno dell'Istituto per la Sicurezza Sociale. Alcuni erano stati spostati in ruoli amministrativi, per evitare ogni contatto col pubblico, ma altri avevano rifiutato anche gli spostamenti, rimanendo dunque sospesi. Passata l'emergenza, sono stati reintegrati. Si tratta di 26 persone in totale: 19 sammarinesi, 6 italiane, una di nazionalità moldava. Si sono rivolte alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo poiché ritenevano di essere state lese nei loro diritti, e discriminate.

La Corte ha risposto: non ci fu violazione. L'accusa di discriminazione, poi, è ritenuta dai giudici “manifestamente infondata”. Anzi, la Corte ha ritenuto che le misure adottate fossero proporzionate e giustificate alla luce dell'obiettivo legittimo perseguito, vale a dire la protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti, e i diritti e le libertà altrui.

“L'obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”. “Le persone non vaccinate – si legge in un altro passo – erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. I ricorrenti tra l'altro non sono riusciti a dimostrare alla Corte in che modo la loro dignità o il loro benessere emotivo siano stati influenzati dalle misure adottate dallo Stato di San Marino.

Ora le parti hanno comunque tre mesi di tempo per un ricorso, per chiedere che il caso venga deferito alla Camera Grande della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per una sentenza definitiva.

La Sentenza consultabile in allegato





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