Con l’approvazione in Commissione Consiliare Affari Esteri, martedì sera della “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell'informazione” la politica sammarinese ha messo a segno un colpo ferale alla libertà di stampa e informazione nella Repubblica di San Marino.
All'articolo 7 è infatti previsto un comma che demanda alla nascente Autorità Garante per l’Informazione, organismo di preponedrante nomina politica da parte del Consiglio Grande e Generale con presidente scelto dal segretario di Stato con delega all'Informazione, di applicare le sanzioni deontologiche ai giornalisti che operano sul Titano.
Come Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter avevamo più volte segnalato le numerose lacune che conteneva la proposta di legge e tramite incontri con la Segreteria di Stato, oltre all'accoglimento di molte nostre proposte, eravamo anche stati rassicurati sulla volontà di intervenire anche sull'articolo in questione.
Rassicurazione che è stata invece decisamente disattesa e che ora prevede una forte e dominante ingerenza politica e governativa sullo svolgimento della professione giornalistica in Repubblica.
Di fronte a un tale atto, che si configura come una prevaricazione a diritti fondametali quali la libertà di espressione di informaione e di critica mettendo a rischio le stesse regole del vivere democratico di una nazione, come Usgi non possiamo che sentirci delusi e amareggiati, nonché offesi, data la disponibilità espressa fin da subito e ripetutamente, da parte della nostra associazione, al confronto e alla mediazione per giungere ad una legge il più possibile moderna e liberale.
In ragione dei rischi insiti nella nuova norma che ora dovrà tornare in Consiglio per l’approvazione definitiva, come Usgi abbiamo deciso di iniziare una campagna informativa tesa a sensibilizzare la popolazione sammarinese, ma anche gli organismi esteri non solo italiani, delle criticità che la nuova e approvanda norma sammarinese introduce, anche nei confronti di chi dall'estero volesse operare, seppure solo temporaneamente, in Repubblica.
Contemporaneamente è nostra intenzione lanciare una campagna di mobilitazione, a cui invitiamo ad aderire non solo le varie realtà giornalistiche di San Marino, ma anche associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e la stessa società civile della Repubblica di San Marino, campagna che verrà resa nota nei prossimi giorni.
Questa è una battaglia di libertà e civiltà che non possiamo non intraprendere.
All'articolo 7 è infatti previsto un comma che demanda alla nascente Autorità Garante per l’Informazione, organismo di preponedrante nomina politica da parte del Consiglio Grande e Generale con presidente scelto dal segretario di Stato con delega all'Informazione, di applicare le sanzioni deontologiche ai giornalisti che operano sul Titano.
Come Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter avevamo più volte segnalato le numerose lacune che conteneva la proposta di legge e tramite incontri con la Segreteria di Stato, oltre all'accoglimento di molte nostre proposte, eravamo anche stati rassicurati sulla volontà di intervenire anche sull'articolo in questione.
Rassicurazione che è stata invece decisamente disattesa e che ora prevede una forte e dominante ingerenza politica e governativa sullo svolgimento della professione giornalistica in Repubblica.
Di fronte a un tale atto, che si configura come una prevaricazione a diritti fondametali quali la libertà di espressione di informaione e di critica mettendo a rischio le stesse regole del vivere democratico di una nazione, come Usgi non possiamo che sentirci delusi e amareggiati, nonché offesi, data la disponibilità espressa fin da subito e ripetutamente, da parte della nostra associazione, al confronto e alla mediazione per giungere ad una legge il più possibile moderna e liberale.
In ragione dei rischi insiti nella nuova norma che ora dovrà tornare in Consiglio per l’approvazione definitiva, come Usgi abbiamo deciso di iniziare una campagna informativa tesa a sensibilizzare la popolazione sammarinese, ma anche gli organismi esteri non solo italiani, delle criticità che la nuova e approvanda norma sammarinese introduce, anche nei confronti di chi dall'estero volesse operare, seppure solo temporaneamente, in Repubblica.
Contemporaneamente è nostra intenzione lanciare una campagna di mobilitazione, a cui invitiamo ad aderire non solo le varie realtà giornalistiche di San Marino, ma anche associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e la stessa società civile della Repubblica di San Marino, campagna che verrà resa nota nei prossimi giorni.
Questa è una battaglia di libertà e civiltà che non possiamo non intraprendere.
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