Dopo Brega il terminal petrolifero di Ras Lanuf - di grande importanza strategica –; ed ora gli insorti puntano a Sirte, colpita da pesanti raid aerei della coalizione. Un abitante, sentito dalla France Press, ha parlato di una città diventata una “palla di fuoco”, “con numerosi residenti in fuga nel deserto”. Bombe anche su Tripoli, dove è entrata in azione la contraerea. Superata la fase di stallo dei giorni scorsi, appare ormai inarrestabile l’avanzata delle forze anti-governative, forti anche dell’azione dal cielo contro le colonne corazzate lealiste. Conquiste territoriali che hanno permesso agli insorti di dichiarare di essere pronti ad esportare petrolio – fino a 130.000 barili al giorno - “in meno di una settimana”. Pare sia ripreso – tuttavia – l’assedio dei lealisti su Misurata. Secondo fonti non confermate starebbero impiegando carri armati ed armi pesanti nell’attacco. E mentre il ministro italiano Frattini parla della necessità di una soluzione politica della crisi – con una transizione democratica e l’esilio per Gheddafi -, il comitato militare Nato raggiunge un accordo sul comando di tutte le operazioni militari. Domani – a Napoli – la conferenza stampa del generale Bouchard sulle linee di intervento. Dal Papa, intanto, arriva un “accorato appello” agli organismi internazionali per l’immediato avvio di un dialogo che sospenda l’uso delle armi.
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