Luciano e Lorenzo Cardelli, i vertici della Fininternational, ritenuta dalla Guardia di Finanza uno dei canali attraverso i quali la famiglia Cai trasferiva in Cina il denaro sporco delle comunità di Prato e Firenze, saranno sentiti domani mattina – alle 11.00 – dal Giudice per le Indagini Preliminari. Inizialmente si pensava a una delega, dell’interrogatorio, alla magistratura riminese. Il gip fiorentino Michele Barillaro ha invece deciso di sentire direttamente, gli indagati dell’Emilia Romagna e di San Marino, al Tribunale di Bologna. I due sammarinesi, ancora ai domiciliari, continuano a dirsi innocenti. Non è mai stato riciclato denaro – affermano tramite il proprio legale -, i movimenti sarebbero stati segnalati regolarmente agli organismi di vigilanza di Banca Centrale. Sul Sole 24 ore, che si sta occupando dell’inchiesta, si prospetta intanto un altro scenario dai contorni potenzialmente inquietanti. “La Cina – si legge – non vuole entrare in Repubblica solo attraverso le finanziarie”, ci sarebbero le banche nel mirino, ora. Il quotidiano ricorda la missione in Cina della Camera di Commercio sammarinese, nel corso della quale si parlò di contatti fra istituti di credito dei rispettivi Paesi. “Abbiamo già chiesto a Banca Centrale di effettuare verifiche in questo senso – afferma il segretario di Stato Pasquale Valentini - al momento tuttavia non risulterebbero investimenti della finanza cinese in banche sammarinesi. Di per se non si tratterebbe di un fatto negativo – continua Valentini – ma gli investitori devono avere tutte le carte in regola. In questo momento il nostro sistema è vulnerabile, occorre una vigilanza severa”.
Gianmarco Morosini
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