17 indagati, 33 società coinvolte di cui 12 sammarinesi, 9 evasori totali, 296 milioni di euro di imposte evase. Sono i numeri di una operazione della Guardia di Finanza di Rimini: due anni, e 100 finanzieri impegnati, per delineare l’organizzazione che stava dietro alla mega truffa ai danni dello Stato. Indagini rese complicate dal fatto che il capo dell’organizzazione, Giuseppe Filardi, calabrese, aveva dato vita ad una serie di aziende con al vertice prestanome nullatenenti, pluripregiudicati, il più delle volte non reperibili. Da qui il nome dell’operazione “Senza Dimora”. Dal punto di vista tecnico invece Filardi poteva contare sulle consulenze di due commercialisti, una di Ravenna e l’altro calabrese, ora indagati per favoreggiamento personale: i due "colletti bianchi" erano incaricati di costruire un quadro finanziario impeccabile. Da quello finanziario infine “attingeva” dagli "utilizzatori finali" del solito schema della classica frode carosello: le 12 società di San Marino vendevano telefonini, esente da iva, ad un secondo gruppo di società, quelle "cartiere" che a loro volta le vendevano alle società filtro ed infine agli utilizzatori finali. Quattro passaggi attraverso i quali, in colpo solo, lucrava indebitamente un 5% di guadagno, evadeva l’Iva e otteneva prodotti a prezzi più bassi di quelli del mercato. Sono ancora in corso le verifiche fiscali della finanza sulle società coinvolte; a quelle di San Marino il governo della Repubblica ha revocato la licenza commerciale. Una collaborazione che la Guardia di Finanza ha apprezzato. Nel video l’intervista al capitano, Antonio Mariella
Sara Bucci
Sara Bucci
File allegati
Riproduzione riservata ©