“Atac rischia la sorte di Alitalia”. E' il ministro dei trasporti Graziano Delrio a fare questa fosca previsione sull'azienda dei trasporti romana, che è stata anche multata dall'Antitrust per 3 milioni e mezzo.
“Il paragone tra Atac e Alitalia purtroppo è pertinente”. Non sono incoraggianti le parole del ministro Delrio, che dalle pagine de Il Messaggero auspica un intervento immediato per scongiurare il fallimento dell'azienda dei trasporti romana. Che ci sia qualcosa che non va è risaputo, da anni: tra l'altro l'Atac è stata pesantemente multata dall'Antitrust.
Tre milioni e mezzo per “pratica commerciale scorretta nell'offerta del servizio pubblico”. In pratica, gli orari prospettati nelle stazioni e su Internet non rispecchiano minimamente la realtà. L'offerta parrebbe frequente e cospicua, invece molte corse vengono soppresse, senza la minima comunicazione in merito. “E' l'ennesima dimostrazione di come l'azienda sia stata mal gestita in passato”, è la spiegazione che si è data l'assessora alla città in movimento di Roma Capitale, Linda Meleo. L'indagine partiva nel 2010. Poi c'è stato il grido di dolore di Bruno Rota, direttore generale di Atac che si è dimesso dicendo di avere addirittura paura a restare nell'azienda, nonostante la sindaca Raggi gli avesse chiesto insistentemente, ha raccontato a Repubblica, di restare. L'ex direttore ha rivelato che da anni Atac fa fatica a pagare gli stipendi, che c'è una “gravissima situazione di tensione finanziaria” e che la procedura di concordato era indispensabile per evitare il fallimento. Intanto a inizio agosto è stato nominato un nuovo Cda, con Paolo Simioni presidente, col compito di “risanare l'azienda – dicono dal Campidoglio – rilanciarla, mantenerla pubblica”. Anche se, su quest'ultimo punto, i Radicali hanno già consegnato 33mila firme per il referendum finalizzato alla messa a gara del trasporti pubblico in città.
Francesca Biliotti
“Il paragone tra Atac e Alitalia purtroppo è pertinente”. Non sono incoraggianti le parole del ministro Delrio, che dalle pagine de Il Messaggero auspica un intervento immediato per scongiurare il fallimento dell'azienda dei trasporti romana. Che ci sia qualcosa che non va è risaputo, da anni: tra l'altro l'Atac è stata pesantemente multata dall'Antitrust.
Tre milioni e mezzo per “pratica commerciale scorretta nell'offerta del servizio pubblico”. In pratica, gli orari prospettati nelle stazioni e su Internet non rispecchiano minimamente la realtà. L'offerta parrebbe frequente e cospicua, invece molte corse vengono soppresse, senza la minima comunicazione in merito. “E' l'ennesima dimostrazione di come l'azienda sia stata mal gestita in passato”, è la spiegazione che si è data l'assessora alla città in movimento di Roma Capitale, Linda Meleo. L'indagine partiva nel 2010. Poi c'è stato il grido di dolore di Bruno Rota, direttore generale di Atac che si è dimesso dicendo di avere addirittura paura a restare nell'azienda, nonostante la sindaca Raggi gli avesse chiesto insistentemente, ha raccontato a Repubblica, di restare. L'ex direttore ha rivelato che da anni Atac fa fatica a pagare gli stipendi, che c'è una “gravissima situazione di tensione finanziaria” e che la procedura di concordato era indispensabile per evitare il fallimento. Intanto a inizio agosto è stato nominato un nuovo Cda, con Paolo Simioni presidente, col compito di “risanare l'azienda – dicono dal Campidoglio – rilanciarla, mantenerla pubblica”. Anche se, su quest'ultimo punto, i Radicali hanno già consegnato 33mila firme per il referendum finalizzato alla messa a gara del trasporti pubblico in città.
Francesca Biliotti
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