Quello che inizialmente poteva sembrare un giallo, assume ora i contorni di una pura tragedia personale. L’autopsia effettuata sul corpo di Giovanni Giaccone, il 67enne della provincia di Cuneo, ferito a morte da tre coltellate, non conferma l’ipotesi dell’omicidio ma avvalora quella del suicidio, avanzata dai carabinieri da subito impegnati nelle indagini. Tanto più che il primo taglio all’addome che l’uomo si è auto inferto risulta infatti molto profondo. Le altre ferite, ovvero la seconda all’addome e quella al collo, sono invece piuttosto superficiali. Ciò sta a significare, secondo gli investigatori, che per il 67enne è stato difficile rivolgere ripetutamente l’arma contro sé stesso in maniera violenta dopo il primo fendente.
Inoltre non sono stati riscontrati segni di colluttazione e nemmeno altri elementi in grado di portare gli inquirenti a pensare ad una aggressione da parte di qualcuno. Giovanni Giaccone aveva un carattere introverso e da qualche tempo si diceva stanco di vivere, manifestando il desiderio di farla finita. Era tra l’altro risaputa la sua passione per le armi bianche. Si attendono ora i risultati ufficiali dell’autopsia, ma per i carabinieri il caso è praticamente chiuso.
Inoltre non sono stati riscontrati segni di colluttazione e nemmeno altri elementi in grado di portare gli inquirenti a pensare ad una aggressione da parte di qualcuno. Giovanni Giaccone aveva un carattere introverso e da qualche tempo si diceva stanco di vivere, manifestando il desiderio di farla finita. Era tra l’altro risaputa la sua passione per le armi bianche. Si attendono ora i risultati ufficiali dell’autopsia, ma per i carabinieri il caso è praticamente chiuso.
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