I test missilistici iraniani, effettuati nel corso delle esercitazioni navali tra il mare di Oman e l’Oceano indiano che preoccupano in particolar modo Stati Uniti e Israele e che danno sostanza ai proclami dei giorni scorsi di Teheran, che aveva minacciato di chiudere lo stretto di Hormuz in caso di nuove sanzioni. Pochi istanti fa abbiamo sentito le dichiarazioni del comandante in capo della marina, che ha sottolineato le accresciute capacità di difesa dell’apparato militare iraniano. I missili testati con successo oggi hanno – in effetti – un raggio di azione massimo di 200 chilometri: armi tattiche, insomma. A preoccupare davvero l’occidente è invece lo Shahab3: missile balistico a medio raggio da anni negli arsenali persiani e in grado di colpire Israele e tutti i Paesi del Medio Oriente.
I test missilistici iraniani di questi giorni, ovviamente, hanno creato grande allarme in Israele. Secondo il ministro della difesa Ehud Barak questa accelerazione nello sviluppo delle armi, da parte di Teheran, non sarebbe altro che il risultato della paura di perdere un alleato strategico, nell’area mediorientale, come la Siria. Barak ha poi affermato che l'Iran porta avanti i propri progetti nucleari con grande determinazione malgrado le pressioni esterne; sono basse, ha aggiunto, le probabilità che nei suoi confronti vengano adottate "sanzioni paralizzanti.
I test missilistici iraniani di questi giorni, ovviamente, hanno creato grande allarme in Israele. Secondo il ministro della difesa Ehud Barak questa accelerazione nello sviluppo delle armi, da parte di Teheran, non sarebbe altro che il risultato della paura di perdere un alleato strategico, nell’area mediorientale, come la Siria. Barak ha poi affermato che l'Iran porta avanti i propri progetti nucleari con grande determinazione malgrado le pressioni esterne; sono basse, ha aggiunto, le probabilità che nei suoi confronti vengano adottate "sanzioni paralizzanti.
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