Benedetto XVI lo ha detto ai diplomatici dei 177 Paesi accreditati in Vaticano, tra cui la Repubblica di San Marino, mettendo l’accento sul conflitto a Gaza ma anche nei luoghi del mondo dove i valori e gli ideali della fraternità sono calpestati o non sono riconosciuti.
Il Papa ha ribadito che l’opzione militare non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte provenga, va condannata fermamente. Poi l’auspicio che l’impegno della comunità internazionale possa ripristinare la tregua e rilanciare i negoziati di pace e che dalle future elezioni emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione il processo di pace e la riconciliazione. Ma serve un approccio globale, nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le popolazioni coinvolte. Una riflessione che per il Medio Oriente, invoca il sostegno convinto al dialogo tra Israele e la Siria, il consolidamento delle istituzioni in Libano, un futuro senza discriminazioni in Iraq, la ricerca di una soluzione negoziata sul programma nucleare in Iran.
E poi l’Asia, per una soluzione definitiva del conflitto in Sri Lanka, nuovi negoziati di pace a Mindanao, nelle Filippine, e il nuovo corso delle relazioni tra Pechino e Taipei. Il Pontefice in marzo conta di visitare l’Africa, e ai diplomatici ha parlato del dramma dei rifugiati in Somalia, nel Darfour e in Congo. “Conflitti e terrorismo - ha sottolineato Benedetto XVI - mostrano che nonostante tanti sforzi, la pace è ancora lontana! Non dobbiamo scoraggiarci o diminuire l'impegno ma raddoppiare gli sforzi per promuovere la sicurezza e lo sviluppo”.
Sergio Barducci
Il Papa ha ribadito che l’opzione militare non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte provenga, va condannata fermamente. Poi l’auspicio che l’impegno della comunità internazionale possa ripristinare la tregua e rilanciare i negoziati di pace e che dalle future elezioni emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione il processo di pace e la riconciliazione. Ma serve un approccio globale, nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le popolazioni coinvolte. Una riflessione che per il Medio Oriente, invoca il sostegno convinto al dialogo tra Israele e la Siria, il consolidamento delle istituzioni in Libano, un futuro senza discriminazioni in Iraq, la ricerca di una soluzione negoziata sul programma nucleare in Iran.
E poi l’Asia, per una soluzione definitiva del conflitto in Sri Lanka, nuovi negoziati di pace a Mindanao, nelle Filippine, e il nuovo corso delle relazioni tra Pechino e Taipei. Il Pontefice in marzo conta di visitare l’Africa, e ai diplomatici ha parlato del dramma dei rifugiati in Somalia, nel Darfour e in Congo. “Conflitti e terrorismo - ha sottolineato Benedetto XVI - mostrano che nonostante tanti sforzi, la pace è ancora lontana! Non dobbiamo scoraggiarci o diminuire l'impegno ma raddoppiare gli sforzi per promuovere la sicurezza e lo sviluppo”.
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©