Storica visita di Papa Francesco alla Sinagoga di Roma. La comunità ebraica ha riservato un lungo abbraccio a Bergoglio che oggi pomeriggio è entrato nel Tempio Maggiore 30 anni dopo Wojtyla e sei anni dopo Ratzinger. Imponenti le misure di sicurezza: 800 persone fra poliziotti e carabinieri. Il pontefice si è presentato nel ghetto ebraico di Roma con in mano un mazzo di fiori che, dopo un momento di preghiera, ha deposto sulla lapide che ricorda la deportazione dei 1259 ebrei romani rastrellati dai nazisti nel 1943. Ad accoglierlo la presidente della comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna e il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia. Poi l'incontro con il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni. "No ad ogni forma di antisemitismo e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano - ha detto Bergoglio - La violenza dell’uomo sull’uomo è incompatibile con qualunque religione, tantomeno con le tre grandi fedi monoteistiche. La vita è sacra, dobbiamo portare avanti la logica della pace e del perdono. Voi ebrei siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede, come già disse Giovanni Paolo II».
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