Un ladro solitario, tutto vestito di nero come Diabolik, con un incredibile sangue freddo. Ha del romanzesco il furto al Palais de Tokyo: il Museo d’Arte Moderna di Parigi. Cinque capolavori di Picasso, Matisse, Modigliani, Braque e Leger, hanno preso il volo. Inizialmente fonti di Polizia avevano parlato di un valore complessivo di 500 milioni di euro, qualcosa di stratosferico, ma secondo stime successive il bottino sarebbe di 100 milioni di euro. Quanto basta, comunque, per entrare al terzo posto nella top-ten dei furti d’arte più clamorosi della storia, dopo il trafugamento di 20 tele di Van Gogh nel ’91 e il colpo al Museo di Boston dell’88. Un’azione vecchio stile quella del ladro parigino. Le telecamere interne hanno ripreso tutto. Prima ha rotto un vetro non collegato al sistema d’allarme, poi ha segato l’inferriata e tagliato un lucchetto. Infine, sempre da solo, si è impadronito delle cinque tele tagliandole una ad una con il classico temperino. Ma adesso come monetizzare tanta audacia? “Con quadri del genere non ci si può fare niente – ha detto, infuriato, il direttore del Museo – nessuno può pensare di venderli, a meno che non si voglia fare un ricatto alle assicurazioni”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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