Per il momento si può stare tranquilli. Non solo tutto il litorale riminese è balneabile, ma la qualità delle acque è “eccellente”. Il top della valutazione su una scala di 4 valori.
Ma da questo 2010 cambieranno i criteri di valutazione. Dopo 28 anni va in pensione la vecchia normativa, sostituita da quella comunitaria. Secondo i tecnici dell’ARPA i limiti sono meno rigidi. Sparisce ad esempio il criterio della “trasparenza dell’acqua”, potenzialmente penalizzante per le località della Riviera.
I parametri da considerare sono quelli relativi alla concentrazione di enterococchi intestinali ed escherichia coli: e i valori – assicurano dall’Arpa – sono decisamente più alti di quelli ipergarantisti della legge precedente. Preoccupano, invece, le nuove modalità di prelievo. I campioni dovranno essere raccolti in giorni rigorosamente prestabiliti, già dal mese di marzo. Dovesse piovere, in queste occasioni, si rischierebbe: spesso infatti, quando si verifica un nubifragio, vengono aperte, per ragioni di carico idraulico, le saracinesche di fosse e scoli a mare e la presenza di microorganismi aumenta vertiginosamente. Il divieto temporaneo di balneazione sarebbe dietro l’angolo, insomma. Ma perché scatti il divieto permanente, i parametri di legge dovrebbero essere superati continuativamente per 4 anni di fila: cosa altamente improbabile vista l’ottima qualità delle acque registrata nei 47 punti di campionamento da Cattolica a Bellaria. Il 7 giugno, comunque, il prossimo prelievo, e già si incrociano le dita.
Gianmarco Morosini
Ma da questo 2010 cambieranno i criteri di valutazione. Dopo 28 anni va in pensione la vecchia normativa, sostituita da quella comunitaria. Secondo i tecnici dell’ARPA i limiti sono meno rigidi. Sparisce ad esempio il criterio della “trasparenza dell’acqua”, potenzialmente penalizzante per le località della Riviera.
I parametri da considerare sono quelli relativi alla concentrazione di enterococchi intestinali ed escherichia coli: e i valori – assicurano dall’Arpa – sono decisamente più alti di quelli ipergarantisti della legge precedente. Preoccupano, invece, le nuove modalità di prelievo. I campioni dovranno essere raccolti in giorni rigorosamente prestabiliti, già dal mese di marzo. Dovesse piovere, in queste occasioni, si rischierebbe: spesso infatti, quando si verifica un nubifragio, vengono aperte, per ragioni di carico idraulico, le saracinesche di fosse e scoli a mare e la presenza di microorganismi aumenta vertiginosamente. Il divieto temporaneo di balneazione sarebbe dietro l’angolo, insomma. Ma perché scatti il divieto permanente, i parametri di legge dovrebbero essere superati continuativamente per 4 anni di fila: cosa altamente improbabile vista l’ottima qualità delle acque registrata nei 47 punti di campionamento da Cattolica a Bellaria. Il 7 giugno, comunque, il prossimo prelievo, e già si incrociano le dita.
Gianmarco Morosini
Riproduzione riservata ©