“L’America porterà l’uomo oltre la Luna. Lo sbarco su Marte avverrà entro il 2035, e io mi aspetto di vederlo”. Con queste parole, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha rassicurato i lavoratori, i tecnici, gli ingegneri e gli astronauti della Nasa: preoccupati dalle voci di una progressiva riduzione dell’impegno a stelle e strisce nello spazio. “La nostra strategia – ha precisato – consentirà di sviluppare almeno 2500 nuovi posti di lavoro e presto permetterà di lanciare nello spazio più missili di oggi”. La nuova frontiera, dunque, è il Pianeta Rosso. “Entro il 2015 – ha dichiarato Obama a Cape Canaveral – sarà pronto il primo progetto per un vettore pesante capace di missioni spaziali ben oltre la Luna”. Annunciati 3 miliardi di finanziamenti statali. Ma si cercheranno anche altri fondi aprendo al settore privato. La ricerca spaziale, insomma, è destinata ad assumere anche una dimensione commerciale. In prospettiva lo spauracchio – anche in questo campo - è la Cina. “Senza l’esperienza che le attuali missioni garantiscono – aveva ammonito pochi giorni fa l’eroe americano dello spazio Neil Armstrong - gli USA sono destinati a scivolare nella mediocrità, la nuova potenza sarà il colosso asiatico”. “Non perderemo la nostra leadership – ha replicato Obama – a breve manderemo astronauti su un asteroide, per la prima volta nella storia. Il passo successivo sarà Marte”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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