![Giancarlo De Carlo](https://sanmarinortv.sm/media/cache/fe_article_detail_full_half/uploads/img/photo/f4/f4e1dfc1a02c0a54d3d79c89904b3b1b14dff06330104.jpg)
Progetto di demolizione della colonia a mare di Riccione progettata dall’architetto Giancarlo De Carlo autore del Piano di riqualificazione universitario di Urbino e soprattutto ideatore della Nuova Porta di Confine a Dogana.
Un vero e proprio appello in nome e in memoria di un maestro del Secondo Novecento: Giancarlo De Carlo progettista di fama mondiale recentemente scomparso, ha costruito una colonia a mare nel ‘63 per i bambini di Riccione, struttura originale unica nel suo genere insieme a quella di Portoghesi a Cesenatico; a 45 anni di distanza senza un vincolo architettonico, “La Corte sul Mare”, rischia di essere rasa al suolo e sostituita da un albergone.
Italia Nostra e l’Ordine degli Architetti regionale chiedono che non venga smantellata ma bensì riadattata senza svilire l’opera di un architetto-autore, che ha operato a San Marino.
La querelle aperta alcuni anni fa dagli eredi De Carlo continua contrapponendo architetti riminesi e Comune: ma una soluzione di buon senso è possibile, prima che alla distruzione degli arredi segua la scomparsa degli interni e la lenta agonia di un’opera in degrado?
Francesco Zingrillo
Un vero e proprio appello in nome e in memoria di un maestro del Secondo Novecento: Giancarlo De Carlo progettista di fama mondiale recentemente scomparso, ha costruito una colonia a mare nel ‘63 per i bambini di Riccione, struttura originale unica nel suo genere insieme a quella di Portoghesi a Cesenatico; a 45 anni di distanza senza un vincolo architettonico, “La Corte sul Mare”, rischia di essere rasa al suolo e sostituita da un albergone.
Italia Nostra e l’Ordine degli Architetti regionale chiedono che non venga smantellata ma bensì riadattata senza svilire l’opera di un architetto-autore, che ha operato a San Marino.
La querelle aperta alcuni anni fa dagli eredi De Carlo continua contrapponendo architetti riminesi e Comune: ma una soluzione di buon senso è possibile, prima che alla distruzione degli arredi segua la scomparsa degli interni e la lenta agonia di un’opera in degrado?
Francesco Zingrillo
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