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Pubertà precoce: perché in Italia sono raddoppiati i casi in pandemia? Risponde l'esperto

Benedetta de Mattei ha intervistato Marco Cappa nell’ambito dell’Unità di Ricerca di Terapie Innovative per le Endocrinopatie (Italian Journal of Pediatrics 2021) e prova a gettare luce sulle cause.

4 feb 2022
Pubertà precoce: perché in Italia sono raddoppiati i casi in pandemia? Risponde l'esperto

I casi di pubertà precoce o anticipata osservati nel semestre marzo-settembre 2020 in Italia sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2019: lo dimostra uno studio osservazionale coordinato dall’Ospedale Bambino Gesù che ha coinvolto i centri di Endocrinologia pediatrica dell’Ospedale Gaslini di Genova, del Policlinico Federico II di Napoli, dell’Ospedale Pediatrico Microcitemico di Cagliari e della Clinica Pediatrica Ospedale di Perugia. In totale sono stati rilevati 338 casi contro i 152 dell’anno precedente, con un aumento pari al 122%. Il fenomeno ha interessato soprattutto bambine di età intorno ai 7 anni. Lo studio, pubblicato da Endocrine Connections, conferma i numeri della precedente ricerca del Reparto di Endocrinologia del Bambino Gesù, guidato dal prof. Marco Cappa nell’ambito dell’Unità di Ricerca di Terapie Innovative per le Endocrinopatie (Italian Journal of Pediatrics 2021) e prova a gettare luce sulle cause.

Benedetta de Mattei ha intervistato il prof. Marco Cappa – Responsabile U.O.C Endocrinologia del Bambino Gesù di Roma – per capire le cause e le conseguenze della pubertà precoce ed i segnali da non sottovalutare.

COS’È LA PUBERTA’ PRECOCE E I SEGNALI A CUI FARE ATTENZIONE

Innanzitutto bisogna distinguere tra una “pubertà precoce” e “pubertà anticipata” e il timing degli 8 anni nelle femmine e dei 9 anni nel maschio è in tal senso fondamentale. Al di sotto di questa età si parla infatti di pubertà precoce mentre al di sopra si rientra nella pubertà anticipata, una condizione para fisiologica e quindi molto più simile alla normalità. Si parla dunque di pubertà precoce quando la maturazione sessuale avviene prima degli 8 anni nelle femmine e prima dei 9 anni nei maschi. Nella femmina si intende l’inizio del bottone mammario, ossia la presenza di aumento del tessuto ghiandolare mammario, mentre nel maschio l’incremento del volume dei testicoli. Questi sono i primi segnali per cui si può iniziare ad analizzare il bambino per capire se il fenomeno sia realmente anticipato o meno. Poi alcuni segni clinici naturalmente un genitore non li può vedere, ad esempio in contemporanea alla comparsa del bottone mammario nella bambina aumenta anche la dimensione dell’utero e ciò può essere evidenziato solo attraverso un’ecografia.

QUALI PROBLEMI PUO' DETERMINARE

Una pubertà precoce può innanzitutto determinare una statura finale ridotta rispetto a quella del bersaglio genetico: se ad esempio una bambina inizia la pubertà a 6 anni potrebbe avere il primo ciclo dopo solo 2 anni, a 8 anni avrà una statura molto elevata per l’età, ma una statura da adulta inferiore a quella finale, cioè alla statura che raggiungerà al termine della crescita. Quindi il problema è che sono bambine apparentemente molto alte se le confrontiamo con quelle della loro età ma alla fine nella loro storia accrescitiva saranno invece più piccoline. Inoltre le bambine che presentano una pubertà precoce possono lamentare disagio psicologico e relazionale derivante dai propri, inattesi, cambiamenti corporei e dal confronto con i propri coetanei.




DIAGNOSI E CURA

La diagnosi di pubertà precoce è sia clinica che strumentale: il medico valuta nella bambina la crescita, la presenza del bottone mammario ed anche la mucosa vaginale poiché quest’ultima insieme alla ghiandola mammaria sono gli organi bersaglio degli estrogeni. Una volta che si ha il sospetto si eseguono delle indagini ormonali, che indichino se vi sia o meno l’attivazione puberale, un’ecografia pelvica che valuti le dimensioni dell’utero e una RX della mano e del polso sinistro che misuri l’età ossea. Normalmente l’età ossea all’inizio della pubertà è di circa 10 anni - 10 anni e mezzo, quindi se una bambina di 7 anni, con bottone mammario, e un’età ossea corrispondente a 10 anni è molto probabilmente affetta da precocità puberale.

Nella pubertà precoce si interviene con farmaci in grado di bloccare l’evoluzione puberale mentre in quella anticipata, essendo una condizione para fisiologica, la terapia deve essere valuta caso per caso; in quelli in cui esiste una problematica di tipo psicologico si può decidere il trattamento per rallentare l’evoluzione della pubertà e posticipare l’età del menarca.

LO STUDIO

Nel nostro studio il maggiore aumento dei casi è stato osservato nelle bambine (328 pazienti nel 2020 contro 140 nel 2019, con un incremento del 134%) e soprattutto nella seconda metà del periodo di osservazione (92 bambine tra marzo e maggio rispetto alle 236 bambine del periodo tra giugno e settembre 2020, con un incremento del 156%). Non è stato invece rilevato un aumento significativo dei casi nei maschi. L’età media delle bambine osservate per pubertà precoce nello studio multicentrico è intorno ai 7 anni (senza differenze tra il 2019 e il 2020). Nel 2020 risulta un aumento significativo dei casi di pubertà precoce a rapida evoluzione, cioè di quelli che richiedono una specifica terapia farmacologica (135 su 328 bambine osservate nel 2020 a fronte di 37 su 140 bambine osservate nel 2019, con una forbice di incremento dal 26% al 41%).

GLI STILI DI VITA EMERSI

Maggiore uso di dispositivi elettronici

Nelle interviste alle famiglie delle bambine con pubertà precoce riguardo le abitudini alimentari e lo stile di vita, è emerso un aumento significativo dell’uso dei dispositivi elettronici (PC, tablet, smartphone) nel 2020 rispetto al 2019. L’aumento dell’uso complessivo settimanale di questi dispositivi è riconducibile all’introduzione della DAD (raramente usata nella scuola primaria prima del 2020), insieme alla persistenza del loro uso per lo svago nel tempo libero. Un uso maggiore dei dispositivi elettronici, d’altra parte, è stato rilevato, già nel periodo precedente la pandemia, nelle bambine a cui è stata diagnosticata una pubertà precoce a rapida evoluzione nel 2020.

Riduzione dell’attività fisica

Il primo lockdown del 2020 ha provocato anche una drastica riduzione dell’attività fisica praticata da bambini e ragazzi, a causa del forzato confinamento domestico. In particolare, nel sottogruppo con pubertà precoce a rapida evoluzione del 2020, è stato rilevato uno stile di vita più sedentario, già evidente prima della pandemia. Lo stare seduti significa produrre in minore quantità ormoni che vengono secreti con l’esercizio fisico. Le faccio l’esempio contrario: le bambine che svolgono un’attività fisica intensa, come ginnastica artistica o danza a livello agonistico, spesso hanno un menarca tardivo, a differenza di quelle sedentarie che tendono a sviluppare prima; questo significa che durante l’esercizio fisico si instaura un meccanismo di attivazione neuroendocrina in grado di incidere sulla attivazione della pubertà.

Stress

Più della metà delle famiglie delle pazienti osservate nel 2020 ha riferito di cambiamenti nel comportamento (59%) e segnalato un aumento rilevante di sintomi correlabili allo stress (63%). Anche se non è possibile definire un sicuro nesso causale, i risultati suggeriscono che un evento stressante (come il primo lockdown del 2020) possa aver innescato una precoce attivazione puberale in soggetti predisposti a causa di uno stile di vita più sedentario.

QUALI CONSIGLI

Ogni 30 minuti i bambini devono alzarsi dalla sedia, staccarsi dallo schermo e fare attività motoria, ovviamente per quanto sia possibile farne in casa, in modo che l’inattività venga interrotta dal movimento. La seconda cosa è quella di ridurre il più possibile la DAD e a questo fortunatamente ci sta pensando il Governo.






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