Solo l’accortezza di un bancario che casualmente si trovava al bancomat dell’Admiral per effettuare un prelievo di denaro, ha evitato che la truffa pianificata lo scorso weekend, andasse a buon fine. Una finta tastiera con relativa microcamera per clonare carte di credito, era stata infatti sovrapposta all’originale. Immediata la segnalazione alla Gendarmeria che ha sequestrato il materiale e avvertito la banca per rimettere in sicurezza lo sportello. E’ noto da tempo che nella zona operano bande di rumeni specializzate in questo tipo di reati. Sempre più affinate le tecniche adottate dai malviventi. Una, in particolare, sta avendo una fortissima diffusione in Italia e in molti Paesi europei. Consiste nell’applicazione di apparecchiature per la cattura dei dati delle carte, il cosiddetto “skimmer” - dispositivo sovrapposto alla fessura nella quale viene introdotta la carta. I dati raccolti vengono, in alcuni casi, radiotrasmessi ad un complice nelle vicinanze dello sportello che con un pc portatile li registra per il successivo uso; in altri casi i dispositivi vengono rimossi fisicamente. I PIN vengono catturati con finte tastiere applicate sulle originali o con microcamere posizionate in modo da inquadrare la tastiera. Per non farsi trovare impreparati, occorre tenere a mente: che gli skimmer assumono la forma di una cornice, intorno alla fessura originaria per l’introduzione della carta; che in presenza di skimmer, inoltre, la porzione di carta che normalmente sporge dal lettore dopo l’operazione di prelevamento, risulta ridotta rispetto al normale; infine, che le microcamere per la cattura del PIN vengono in genere poste nelle plafoniere o comunque in posizioni atte ad inquadrare la tastiera, racchiuse in contenitori di plastica.
Stessa truffa, altra dinamica. In questo caso la “trappola” è fatta con un pezzo di pellicola usata per i raggi “X” dal colore nero simile alla fessura del lettore del Bancomat. Per non inserire del tutto la pellicola nella fessura, le parti finali sono piegate e incollate per meglio aderire alla superficie esterna della stessa. Le fenditure della pellicola sono tagliate in ambo i lati della trappola. Questo per evitare che la carta possa tornare indietro prima di aver effettuato o annullato ogni eventuale operazione. Di solito, scoraggiata dal fatto che il lettore ha inghiottito la carta, l’ignara vittima se ne va, lasciando al ladro il tempo di recuperare la carta e rimuovere la trappola: staccherà le due punte incollate e tirerà fuori il pezzo di pellicola con all’interno la carta trattenuta. La raccomandazione dunque è quella di osservare bene il bancomat ed in special modo la fessura dove si inserisce la carta.
Stessa truffa, altra dinamica. In questo caso la “trappola” è fatta con un pezzo di pellicola usata per i raggi “X” dal colore nero simile alla fessura del lettore del Bancomat. Per non inserire del tutto la pellicola nella fessura, le parti finali sono piegate e incollate per meglio aderire alla superficie esterna della stessa. Le fenditure della pellicola sono tagliate in ambo i lati della trappola. Questo per evitare che la carta possa tornare indietro prima di aver effettuato o annullato ogni eventuale operazione. Di solito, scoraggiata dal fatto che il lettore ha inghiottito la carta, l’ignara vittima se ne va, lasciando al ladro il tempo di recuperare la carta e rimuovere la trappola: staccherà le due punte incollate e tirerà fuori il pezzo di pellicola con all’interno la carta trattenuta. La raccomandazione dunque è quella di osservare bene il bancomat ed in special modo la fessura dove si inserisce la carta.
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