A Roma sembrava tornata la calma dopo la visita del leader dei 5Stelle, Beppe Grillo, ma subito dopo il mini direttorio romano si è dimesso e anche l'assessore al bilancio fa le valigie ancor prima di insediarsi.
Addio mini direttorio, addio assessore in pectore, e sono già due ad aver abbandonato l'incarico di assessore al bilancio: Marcello Minenna prima, Raffaele De Dominicis poi, quest'ultimo nemmeno insediato, ma già al centro di polemiche perché contattato dallo studio legale Sammarco, lo stesso dove lavorava la sindaca Virginia Raggi.
Quello di fargli fare un passo indietro era stato uno dei diktat del direttorio nazionale del Movimento, che si è ritrovato al gran completo, ma sindaca esclusa, a Nettuno, dove Beppe Grillo ha intrattenuto gli intervenuti da par suo, ha incoronato Alessandro Di Battista come il più amato dei pentastellati, e ha perdonato Luigi Di Maio per non aver capito bene, e sottovalutato, come si è giustificato il vice presidente della Camera, la mail che lo informava dell'indagine a carico dell'assessore Muraro.
Parola d'ordine, dal palco: unità e appoggio a Virginia Raggi, “ma vigileremo”, promette l'ex comico. Poi però il mini direttorio, che avrebbe dovuto sostenere e appoggiare a sua volta la giunta, annuncia di essersi dimesso: Paola Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli scrivono che il loro compito “non è più necessario, perché la macchina amministrativa è partita ed è giusto che ora proceda spedita”.
Sarà, ma subito dopo è sempre la sindaca, su Facebook, a scrivere che “in queste ore ho appreso che l'ex magistrato in base ai requisiti previsti dal Movimento 5Stelle non può più assumere l'incarico di assessore al bilancio”. La Raggi aveva affidato il suo pensiero sempre al social network: in un video diceva di voler andare avanti e che sarebbero stati i pm a decidere su quanto fatto, o non fatto, dall'assessore all'ambiente, ma in caso di illeciti, aveva promesso “niente sconti per nessuno”.
Francesca Biliotti
Addio mini direttorio, addio assessore in pectore, e sono già due ad aver abbandonato l'incarico di assessore al bilancio: Marcello Minenna prima, Raffaele De Dominicis poi, quest'ultimo nemmeno insediato, ma già al centro di polemiche perché contattato dallo studio legale Sammarco, lo stesso dove lavorava la sindaca Virginia Raggi.
Quello di fargli fare un passo indietro era stato uno dei diktat del direttorio nazionale del Movimento, che si è ritrovato al gran completo, ma sindaca esclusa, a Nettuno, dove Beppe Grillo ha intrattenuto gli intervenuti da par suo, ha incoronato Alessandro Di Battista come il più amato dei pentastellati, e ha perdonato Luigi Di Maio per non aver capito bene, e sottovalutato, come si è giustificato il vice presidente della Camera, la mail che lo informava dell'indagine a carico dell'assessore Muraro.
Parola d'ordine, dal palco: unità e appoggio a Virginia Raggi, “ma vigileremo”, promette l'ex comico. Poi però il mini direttorio, che avrebbe dovuto sostenere e appoggiare a sua volta la giunta, annuncia di essersi dimesso: Paola Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli scrivono che il loro compito “non è più necessario, perché la macchina amministrativa è partita ed è giusto che ora proceda spedita”.
Sarà, ma subito dopo è sempre la sindaca, su Facebook, a scrivere che “in queste ore ho appreso che l'ex magistrato in base ai requisiti previsti dal Movimento 5Stelle non può più assumere l'incarico di assessore al bilancio”. La Raggi aveva affidato il suo pensiero sempre al social network: in un video diceva di voler andare avanti e che sarebbero stati i pm a decidere su quanto fatto, o non fatto, dall'assessore all'ambiente, ma in caso di illeciti, aveva promesso “niente sconti per nessuno”.
Francesca Biliotti
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