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San Marino alla Biennale: come depurare l'acqua

9 set 2008
Biennale di Venezia
Biennale di Venezia
Lorenzo Antonini e Lanfranco Pignatta hanno 22 e 21 anni. Lorenzo sta preparando la tesi e conta di laurearsi a novembre, mentre Lanfranco è iscritto al terzo anno. Il loro progetto è nato nella scuola di design, ed è riuscito a superare le mura del Santachiara per approdare alla Biennale di Venezia. Lo hanno realizzato in una settimana, durante uno dei laboratori didattici dell’università. L’obiettivo era creare un oggetto di design a basso costo, che fosse utile al sud del mondo, a quei popoli messi in ginocchio da piaghe endemiche, come la povertà, la mancanza d’igiene e di acqua. Ed è proprio al problema dell’acqua pulita che i due sammarinesi hanno cercato di offrire una soluzione. Il progetto è infatti nato per velocizzarne la purificazione. L’idea è venuta a Lanfranco e Lorenzo lo ha aiutato a svilupparla. Ed eccolo il progetto: una sorta di forno solare, realizzato in cartone, materiale economico e leggero. Sfrutta un metodo già noto, il metodo sodis, che consiste nell’esposizione al sole di una bottiglia in plastica trasparente per uccidere, tramite la radiazione ultravioletta, germi e batteri presenti nell’acqua.
Unico neo: il tempo. Occorrono infatti circa otto ore per renderla potabile. Ed ecco che entra in gioco l’amplificatore di raggi uv. Basta infatti appoggiarvi la bottiglia che il processo di depurazione viene velocizzato. Il lavoro è piaciuto molto per l’utilità, la praticità, e i costi irrisori di produzione. Ed ora, per i suoi due inventori, si apre l’avventura di Venezia.

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