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A Santarcangelo l’orazione di Sergio Zavoli in ricordo dell’amico Tonino Guerra

24 mar 2012
A Santarcangelo l’orazione di Sergio Zavoli in ricordo dell’amico Tonino Guerra
A Santarcangelo l’orazione di Sergio Zavoli in ricordo dell’amico Tonino Guerra
Sarà stato il richiamo della terra, che da queste parti tiene ancora insieme. Piazza Ganganelli, che lui chiamava la Piazza Grande, era inondata di gente e di sole: a tal punto che non sembrava nemmeno un addio, ma un omaggio, un gesto di riconoscenza e di affetto che esplode in un applauso. A ricordare Tonino l’amico di sempre, quel Sergio Zavoli cui un giorno Federico Fellini disse: ricordati che più in alto dei pensieri c’è l’immaginazione. E chi poteva anche solamente immaginare di poter riempire la piazza così. Amici venuti da lontano, da quella Russia che amò d’amore strarbico, insieme a Santarcangelo e Pennabilli. Si confondono tra la folla Walter Veltroni, Vasco Errano, Sergio Cofferati, tutti i suoi sindaci, parlamentari, poeti, sceneggiatori. ''Era tutt'uno con questo piccolo mondo, trasformato nell'universo delle sue poesie, ognuna con infallibile precisione - cioè l'inevitabile alleanza degli occhi e del cuore - di un poeta che porta i pensieri e le cose a un'altezza sorprendente'', queste le parole commosse pronunciate da Sergio Zavoli. "Tonino - ha spiegato - non amava gli abbandoni crepuscolari, gli ingannevoli riti del consenso, sapeva fare l'uso appropriato di un'ironia mille miglia lontana dalle tentazioni melodrammatiche, le tonalità foscoliane, le piogge sui pini dannunziani". Il suo distacco è durato il tempo della fioritura dei mandorli. Uno dei suoi versi ricorda “in ogni partenza è nascosto anche un ritorno”. Quello di Tonino sarà sotto i mandorli, nel suo giardino, a Pennabilli.

Sara Bucci

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