Dopo un anno di stallo si è sbloccata la riforma della 'governance' di Schengen. Parlamento e Consiglio hanno trovato un accordo che dà alla Commissione il potere di vigilare sugli eventuali abusi. Secondo la Commissaria per gli Affari interni, Cecilia Malmstroem, la Ue potrà "verificare, anche con visite sul posto, che i Paesi rispettino i loro obblighi e non facciano ingiustificati controlli alle frontiere". La necessità della riforma emerse all'epoca delle tensioni tra Italia e Francia per i profughi tunisini. Secondo Malmstroem "la Commissione avrà un ruolo centrale" ed "il nuovo meccanismo assicurerà il rispetto delle regole" perché l'esecutivo di Bruxelles "interverrà in caso di abusi". L'accordo è stato raggiunto oggi in sede di 'trilogo' (come viene chiamato il negoziato fra le tre istituzioni europee) a livello di rappresentanti permanenti. Dovrà poi essere formalmente confermato tanto dal Consiglio Ue quanto dal Parlamento. Secondo il gruppo S&D (socialisti-democratici) del Parlamento europeo, in base all'accordo, l'agenzia europea per il controllo della frontiera esterna Frontex "condurrà periodicamente analisi obiettive del rischio per valutare l'applicazione delle regole". Se emergeranno "persistenti falle che mettono in serio pericolo la sicurezza dell'area Schengen La Commissione proporrà di ristabilire controlli alle frontiere per un periodo limitato di tempo". Ciò, è scritto nella nota S&D, sarà "una ultima risorsa ed ogni raccomandazione della Commissione dovrà avere l'approvazione del Consiglio". Inoltre è specificato che tali regole e criteri si applicheranno sia ai paesi Schengen sia ai paesi candidati ad aderire all'area di libera circolazione "mettendo così fine all'attuale doppio standard che colpisce paesi come Romania e Bulgaria".
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