Giornata di sciopero negli stabilimenti riminesi del Gruppo SCM, indetto da Coordinamento aziendale e federazioni sindacali di settore. I lavoratori hanno incrociato le braccia per otto ore e dato vita ad una manifestazione di protesta. Un lungo corteo è partito in mattinata dalla Via Emilia, proprio davanti alla sede della Direzione SCM, per dirigersi in Piazza Cavour. Coordinamento e federazioni sindacali protestano per l’atteggiamento dell’azienda, arroccata – dicono - sulle proprie posizioni, senza lasciare spazio alla trattativa. In ballo la richiesta di rivedere i criteri di rotazione dei lavoratori in Cassa Integrazione e di attivare soluzioni per ridurre gli effetti negativi sui redditi del personale. Aspetti che continuano ad incassare – sottolinea il Coordinamento – il no deciso da parte dell’azienda. Il Coordinamento sindacale denuncia anche situazioni non trasparenti nella scelta dei lavoratori da sospendere a zero ore. Nell’occasione è stata letta pubblicamente una lettera, indirizzata alla proprietà del Gruppo SCM, che ripercorre tutte le difficoltà affrontate in questi mesi dai lavoratori: lamentano, tra l’altro, di non essere stati considerati validi interlocutori dei progetti aziendali. “Non trattateci come numeri – concludono – al pari di una macchina utensile, di un impianto o di un capannone! Siamo esseri umani come voi e come voi vorremmo poter continuare a lavorare dignitosamente per condurre una vita serena con la nostra famiglia, i nostri figli, i nostri cari”. Allo sciopero non hanno aderito i dipendenti di Steelmec, Es e Minimax: per le tre aziende sammarinesi, controllate dal Gruppo, è previsto un progetto di ristrutturazione ancora in via di definizione.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
Riproduzione riservata ©