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Sindacati all'attacco: "Con le residenze fiscali rispunta il Des"

"Il Progetto di legge - scrivono Csdl-Cdls-Usl - prevede la furbesca scorciatoia dei domicili presso gli alberghi"

di Monica Fabbri
28 giu 2023

Csdl, Cdls e Usl tornano a unirsi in una battaglia che le ha viste scendere in piazza fianco a fianco il 5 aprile. Il pomo della discordia è ancora una volta il Des (Distretto Economico Speciale) che il Governo “ostinato” - accusano le tre sigle sindacali - ha fatto rientrare dalla finestra nella variazione al bilancio di previsione. Definiscono la parte sulle residenze fiscali un “copia-e-incolla” del vecchio progetto, contro cui si mobilitò oltre ai sindacati anche l'opposizione e nei confronti del quale si registrano perplessità nella stessa maggioranza. Csdl, Cdls e Usl ritengono il Des “estremamente pericoloso per il Paese”. Invece di investire in sviluppo ed economia reale, il Governo - scrivono - “si ostina a credere che il futuro passi dalle residenze fiscali privilegiate a soggetti facoltosi, che per alcuni mesi all’anno risiederanno in hotel di lusso, pagando un forfait di 10.000 euro di tasse anche a fronte di guadagni a 6 e più zeri. Una sorta di “obolo fiscale” al ribasso ed omnicomprensivo. Non rassicura la garanzia di approfonditi controlli: temono possano approdare a San Marino avventurieri con attività economiche non limpide.

“Rimettere in discussione l’affidabilità e la serietà del nostro “sistema Paese” - affermano - è un rischio che non possiamo correre”. “Sulla carta e tra le pieghe del diritto internazionale – aggiungono - è tutto legittimo, salvo che il Titano tornerebbe a prestarsi come paradiso fiscale. Il tutto mentre si prospetta all’orizzonte una riforma dell’IGR che quasi sicuramente aumenterà l’impatto della tassazione sulle spalle dei cittadini”. Le tre sigle ribadiscono il loro fermo no a “scorciatoie furbesche che servono solo per attrarre figure che si spostano in maniera spregiudicata tra le varie nazioni, con il solo obiettivo di pagare meno tasse”. Scenari già visti – concludono - “e che stiamo vivendo tuttora tramite le azioni giudiziarie a carico dei tanti presunti responsabili dei crac bancari. Impossibile trovare i soldi depredati in decenni di scorrerie bancarie e nascosti chissà dove, con il triste record negativo di condanne e sequestri pari pressoché a zero e con la prescrizione che regalerà l’impunità alle persone coinvolte”.





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