Come previsto il cessate il fuoco – su tutto il territorio siriano - è iniziato alle 19 ora di Mosca: le 18 in Italia. Non una tregua generalizzata perché – come deciso a Ginevra da Kerry e Lavrov – non riguarda DAESH ed i quaedisti di Jabath Fateh al-Sham. Su queste formazioni l'offensiva dell'Esercito siriano - e dei suoi alleati - proseguirà. Del resto il Presidente Assad, recatosi questa mattina a pregare nella moschea di Daraya, è stato chiaro, sottolineando la volontà di riconquistare ogni parte del territorio in mano ai terroristi. “Questa visita – ha aggiunto - è un messaggio a chi dall'estero ha complottato per far cadere la Siria e il suo modello di convivenza”. Ribadito, comunque l'impegno a rispettare il cessate il fuoco, secondo i termini previsti dall'accordo. Chi invece ha già dichiarato di rifiutare la tregua è il potente gruppo ribelle Ahrar al-Sham: più volte accusato da Damasco di atrocità sui civili, e supportato – secondo varie fonti - da Arabia Saudita, Qatar e Turchia. Speranzoso, comunque, sull'attuazione dell'accordo di Ginevra, l'inviato speciale dell'Onu Staffan de Mistura: “Raramente – ha detto - ho visto una tale determinazione russo-americana sulla lotta a Daesh e la fine del massacro siriano”.
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