"In nome del popolo della Siria, e per amore dell'umanità, fermiamo questa brutalità”. E' l'accorato appello lanciato da Kofi Annan, inviato dell'Onu e della Lega araba per la Siria, che ieri ha parlato ai 15 membri del Consiglio di Sicurezza, chiedendo loro di "raggiungere una posizione unica". Un obiettivo che però sembra ancora lontano, viste le resistenze di Russia e Cina a condannare apertamente il regime, mentre sul terreno le violenze continuano. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco ieri contro manifestanti anti-regime in diverse province del Paese dove erano in corso cortei nel tradizionale venerdì di preghiera islamica, secondo quanto riferiscono gli attivisti. Almeno 14 morti a Raqqa, a est di Aleppo, località che finora era stata toccata marginalmente dal movimento di protesta. Ha raggiunto intanto quota 16 mila il numero di profughi siriani accolti al momento in Turchia.
Riproduzione riservata ©