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Sulla rupe del Monte Titano tre piccoli falchi orfani di madre crescono. E imparano a volare

Ad inizio maggio il drone di Giuseppe Marzi li ha mostrati, in salute, nel loro nido. A tre settimane di distanza ha "catturato" le loro prove di volo.

di Monica Fabbri
25 mag 2024

Protagonista di questa storia il rapace che domina maestoso i cieli del Titano. Il 20 Aprile il Centro Naturalistico Sammarinese – che segue da 20 anni la coppia di falchi pellegrino che nidifica sul Monte – fa una triste scoperta: la femmina – diventata da poco madre - è stata investita da un'auto sulla Sottomontana, forse mentre cacciava per nutrire la prole. Il nido si trova in una cavità della rupe, lontano dalla vista dell'uomo.

Come stanno i suoi piccoli? Sono ancora vivi? L'incertezza sul loro destino alimenta la preoccupazione degli esperti. Viene chiesto aiuto ad RTV. Si incarica della delicata missione Giuseppe Marzi, che guida il suo drone sotto l'attenta supervisione del Centro Naturalistico. Il primo sopralluogo dura pochi secondi: il falco maschio, noto per la sua vista acuta, è pronto a difendere il nido. Quei pochi secondi, però, bastano per catturare le immagini di due piccoli falchi. Il centro esulta: stanno entrambi bene. La felice scoperta ne porta con sé un'altra, molto interessante per chi studia il comportamento dei rapaci: il padre non solo stava nutrendo da solo i suoi piccoli, ma li aveva anche riscaldati, salvandoli da morte certa.

Ed arriviamo all'oggi. Nutriti e accuditi, i falchetti hanno iniziato a volare, pronti ad esplorare il mondo. E, sorpresa delle sorprese, non sono due, ma tre. Due femmine e un maschio, che stanno imparando a cacciare. Quando saranno pronti, lasceranno definitivamente il nido e andranno alla ricerca di un compagno, al quale si legheranno – essendo monogami - finché morte non li separi.

Nel servizio l'intervista a Sandro Casali, responsabile del Centro Naturalistico Sammarinese 






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