La Francia respira ma trema ancora mentre Parigi si prepara ad accogliere un milione di persone per la marcia repubblicana che vedrà la partecipazione dei leader di tutta Europa. La capitale francese è una città blindata. La tensione resta altissima, così come l'allerta, mentre prosegue la caccia ad Ayat, la compagna di Coulibaly. Sul terreno restano 20 morti. Due i falsi allarmi in mattinata, a Disneyland e per lo scoppio di petardi vicino al luogo di culto ebraico di Jaurès. Per la prima volta dal dopoguerra, la Grande Sinagoga di rue de la Victoire è rimasta chiusa per lo Shabbat. Sul fronte politico irrompe la provocatoria dichiarazione di Jean Marie Le Pen, che prende le distanze dalla solidarietà nazionale e dichiara “io non sono Charlie”. Oltre duecentomila persone hanno sfilato in marce spontanee in tutta la Francia. Ieri pomeriggio la radio francese Rtl ha telefonato all'interno del supermercato ebraico dove Amedy Coulibaly sta disseminando sangue e terrore. Il sequestratore alza il ricevitore, non non risponde direttamente, poi riattacca male la cornetta. Dall' altra parte del filo, i giornalisti sentono (e registrano) la lunga conversazione dell'assalitore agli ostaggi. Un discorso che permette di capire la deriva del giovane francese diventato jihadista. Il ragazzo riprende la retorica dei fondamentalisti e difende lo Stato islamico, la cui azione è una vendetta contro la Siria e la coalizione occidentale presente in Mali, Iraq o Afghanistan. "Devono smetterla di attaccare lo Stato islamico, devono smetterla di togliere il velo alle nostre donne, devono smetterla di mettere i nostri fratelli in prigione per nulla", spiega il terrorista. E rivolgendosi agli ostaggi aggiunge: "Fate delle manifestazioni e dite di lasciare i musulmani tranquilli. Mai e poi mai riusciranno a sconfiggerci. Non ci sono mai riusciti. Allah è dalla nostra parte". Terroristi dilettanti, racconta la cronaca di questi giorni, ma armati fino ai denti e figli di un odio che si alimenta in luoghi da troppo tempo senza pace, lontanti dall'interesse degli occidentali distratti. A Baga, in Nigera, si contano duemila cadaveri. Migliaia i bimbi morti ogni giorno in Siria, centrafrica, sud Sudan, nel silenzio generale. Per sconfiggere l'estremismo occorre spostare l'attenzione nei luoghi caldi del mondo. Oggi Boko Haram non ha esitato a utilizzare una bimba di neppure 10 anni che si è fatta saltare in aria in un affollato mercato di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria. I morti sono almeno 19 e 18 sono i feriti.
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