Una scossa isolata, quella di magnitudo 4.5, che si è verificata alle 6.08 di questa mattina al largo della costa ravennate, ad una profondità di 26 chilometri. Un movimento non riconducibile, secondo gli esperti, a quel sisma che da 18 giorni sta angosciando la pianura emiliana.
E' la scossa della paura, un movimento nuovo della terra, che si aggiunge a quello che ha già causato 26 vittime e danni ingenti nella pianura emiliana. Questa volta a tremare è stato il fondo del mare, al largo di Ravenna, e lo spettro si diffonde subito in tutte le case, anche in quelle lontane dagli epicentri. La domanda ricorrente è: “cosa sta succedendo”. I tecnici non hanno le risposte che la gente si aspetta. Si limitano a dire che si tratta di una faglia diversa e che i due sismi sono distinti, anche se interessano la stessa struttura. Ma questo non tranquillizza nessuno, anzi, l'angoscia sale. E a poco giovano le rassicurazioni che questa ultima scossa non ha provocato danni, che lo sciame sismico sembra in calo anche in Emilia. Oggi la terra ha tremato anche altrove, nel Sannio, tra Benevento e Petrelcina, nei giorni scorsi nel golfo di Policastro, al largo delle coste campane e lucane. Sembra quasi un ammonimento della natura: nessuno si ritenga immune. Il peso psicologico è forte e certe notizie lo aggravano ulteriormente, come quella della morte di Livia Latini, la donna di 59 anni rimasta sepolta sotto le macerie della sua casa a Cavezzo, nella scossa di martedì 29 maggio. Tutti speravano potesse farcela ma a due settimane dal coma il suo cuore ha ceduto. Troppo gravi le ferite riportate nel crollo e lo schiacciamento, causato da 12 ore trascorse imprigionata tra le macerie. Walter Marzocchi, dirigente dell'Istituto Nazionale di Geofisica, analizza con la lucidità dei tecnici il sisma emiliano: “Queste scosse – dichiara – potrebbero durare qualche anno. Di solito l’intensità va a diminuire, ma considerata la struttura complessa dell’Emilia Romagna, non possiamo escludere sismi di intensità pari a quella del terremoto dello scorso 20 maggio”. E la paura riparte.
Sergio Barducci
E' la scossa della paura, un movimento nuovo della terra, che si aggiunge a quello che ha già causato 26 vittime e danni ingenti nella pianura emiliana. Questa volta a tremare è stato il fondo del mare, al largo di Ravenna, e lo spettro si diffonde subito in tutte le case, anche in quelle lontane dagli epicentri. La domanda ricorrente è: “cosa sta succedendo”. I tecnici non hanno le risposte che la gente si aspetta. Si limitano a dire che si tratta di una faglia diversa e che i due sismi sono distinti, anche se interessano la stessa struttura. Ma questo non tranquillizza nessuno, anzi, l'angoscia sale. E a poco giovano le rassicurazioni che questa ultima scossa non ha provocato danni, che lo sciame sismico sembra in calo anche in Emilia. Oggi la terra ha tremato anche altrove, nel Sannio, tra Benevento e Petrelcina, nei giorni scorsi nel golfo di Policastro, al largo delle coste campane e lucane. Sembra quasi un ammonimento della natura: nessuno si ritenga immune. Il peso psicologico è forte e certe notizie lo aggravano ulteriormente, come quella della morte di Livia Latini, la donna di 59 anni rimasta sepolta sotto le macerie della sua casa a Cavezzo, nella scossa di martedì 29 maggio. Tutti speravano potesse farcela ma a due settimane dal coma il suo cuore ha ceduto. Troppo gravi le ferite riportate nel crollo e lo schiacciamento, causato da 12 ore trascorse imprigionata tra le macerie. Walter Marzocchi, dirigente dell'Istituto Nazionale di Geofisica, analizza con la lucidità dei tecnici il sisma emiliano: “Queste scosse – dichiara – potrebbero durare qualche anno. Di solito l’intensità va a diminuire, ma considerata la struttura complessa dell’Emilia Romagna, non possiamo escludere sismi di intensità pari a quella del terremoto dello scorso 20 maggio”. E la paura riparte.
Sergio Barducci
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