Iniziate ieri in tarda serata, le chiusure degli snodi del traffico - alcuni nei più centrali distretti commerciali - si sono svolte finora in modo pacifico. Nella notte sono stati però riportati alcuni spari da parte di ignoti (senza feriti) all'esterno della sede del Partito democratico, il principale dell'opposizione, che appoggia dall'esterno le proteste guidate dall'ex vicepremier Suthep Thaugsuban e ha già annunciato di voler boicottare il voto. Mentre la rete della metropolitana continua a funzionare regolarmente, i manifestanti hanno dichiarato di voler impedire ai funzionari governativi di recarsi al lavoro, minacciando di rimanere in piazza fino al 31 gennaio se Yingluck sarà ancora al potere. La crisi politica ha causato finora otto morti e decine di feriti da fine novembre. Suthep chiede l'istituzione di un "Consiglio del popolo" nominato dall'alto per l'approvazione di non meglio specificate "riforme" in teoria mirate a combattere la corruzione di cui accusano il "regime di Thaksin" Shinawatra, riferendosi all'ex premier in auto-esilio nonché fratello di Yingluck. Date le accuse di "essere stati comprati" rivolte ai sostenitori di Thaksin, che si concentrano in particolare tra le classi medio-basse e nel popoloso nord-est rurale, le "riforme" vagheggiate da Suthep mirano in sostanza a limitare il potere elettorale del blocco di cittadini che dal 2001 ha votato costantemente per Thaksin, a scapito del tradizionale predominio politico della borghesia di Bangkok. (ANSA).
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