in Ucraina la situazione appare ora dopo ora più caotica e pericolosa. Il Consiglio di Sicurezza Nazionale di Kiev ha richiamato i riservisti. “La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro”: lo ha dichiarato il neo-premier Iatseniuk, facendo riferimento a ciò che sta accadendo in Crimea, dove l’esercito di Mosca, secondo quanto riferito da un deputato di Kiev – ma la notizia non trova conferme – avrebbe assaltato un reparto della Marina militare ucraina a Sebastopoli. Nel frattempo reparti interi dell'esercito regolare passano dalla parte delle autorità locali filo-russe che sembrano avere il pieno controllo della situazione. Da registrare poi, in tutto il Paese, i segni di una imminente crisi umanitaria: il Servizio delle guardie di frontiera della Federazione Russa ha comunicato che dall'inizio di quest'anno in Russia sono entrati 675 000 cittadini dell'Ucraina. Putin traccia intanto una linea rossa ben definita: “in caso di escalation di violenza nei confronti della popolazione russa in Ucraina – ha dichiarato in un colloquio telefonico con Ban Ki-Moon - la Russia non potrà mettersi da parte e intraprenderà le contromisure nell'ambito del diritto internazionale”. Messaggio chiaro anche a Washington e ad alcune cancellerie occidentali, accusate di aver fomentato la rivolta per fini geo-politici. Dal canto loro Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna annunciano che non prenderanno più parte alle riunioni preparatorie del G8 di Sochi, previsto per il prossimo giugno. Secondo il segretario di Stato Usa John Kerry Mosca potrebbe addirittura essere espulsa dal G8.
GM
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