Ancora qualche preoccupazione, a San Leo per la stabilità del monte, dopo il crollo del 27 febbraio scorso, quando un costone di roccia si è staccato dalla montagna cambiando in pochi muniti uno dei più bei paesaggi d'Italia. Superata la paura si è lavorato per riportare nelle proprie case le famiglie evacuate e ancora qualcuno aspetta di fare rientro. Ci sono alcune situazioni che preoccupano e mancano ancora sufficienti risposte per dichiarare passato il rischio di un nuovo movimento. Per ora i sensori, piazzati nei punti strategici del monte, stanno dando segnali incoraggianti, ma i geologi sono al lavoro per avere tutte le informazioni necessarie ad un quadro completo. Al tornante che porta alla fortezza, oltre ai numerosi rilievi, è stato utilizzato un macchinario in grado di eseguire i carotaggi della roccia, si in verticale che in orizzontale. Un lungo foro nel cuore della roccia, per 110 metri, che ha portato in superficie cilindri di pietra, che saranno esaminati dagli esperti per valutare le fratture della montagna.
Una attività resa possibile dal finanziamento straordinario di 250 mila euro, da parte della Regione Emilia Romagna, che fornirà importanti valutazioni tecniche e indicazioni utili per decidere le strategie future.
Sergio Barducci
Una attività resa possibile dal finanziamento straordinario di 250 mila euro, da parte della Regione Emilia Romagna, che fornirà importanti valutazioni tecniche e indicazioni utili per decidere le strategie future.
Sergio Barducci
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