Dopo l’autorizzazione della Commissione Europea e dell’Aifa, in Italia è adesso disponibile anche il vaccino anti Covid per i ragazzi a partire dai 12 anni e la notizia ha già generato pareri discordanti e non pochi dubbi da parte dei genitori, anche in coloro che si sono sottoposti al vaccino senza alcuna esitazione.
Benedetta de Mattei ha intervistato il prof. Paolo Palma – Direttore UOC Di Immunologia Clinica e Vaccinologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – per capire quali sono le ragioni di questo vaccino nei più piccoli e quali possono essere i rischi a breve e lungo termine.
Quale vaccino anti covid verrà somministrato ai bambini?
Al momento non esiste un vaccino anti covid specifico per questa fascia della popolazione. I bambini a partire dai 12 anni possono ricevere il vaccino Pfizer, lo stesso somministrato agli adulti. Io sono a favore della vaccinazione personalizzata e sottoporre tutti allo stesso dosaggio di vaccinazione va un pò contro la mia filosofia, penso inoltre che il vaccino andrebbe modulato a seconda delle esigenze del paziente e questo è qualcosa che mi auguro nel prossimo futuro riusciremo a fare. Al momento facciamo la guerra con i soldati che abbiamo, questa è la verità, e in una situazione pandemica come quella che stiamo vivendo, di grande difficoltà, chiaramente viene aperta la vaccinazione a quante più persone possibili. Il punto fondamentale è che in questa situazione bisogna salvaguardare in qualsiasi modo la salute della popolazione ma un domani il mio auspicio è che i vaccini non vengano scelti solo su base regolatoria ma anche dal vaccinologo, che a seconda delle condizioni sceglierà di volta in volta il vaccino più appropriato.
Perché vaccinare i giovanissimi se i dati ci dicono che rischiano poco o nulla con il covid?
Il motivo per cui è stato dato il via alla vaccinazione tra i giovanissimi è basato su una riflessione epidemiologica di circolazione del virus, poichè i ragazzi spesso possono essere un vettore sia all’interno della famiglia che della comunità scolastica. Si è dunque deciso di procedere in questo senso per permettere al paese di ripartire quanto prima. Anche se a mio parere all’interno delle scuole bisognava forse prima vaccinare obbligatoriamente tutti gli insegnanti e considerare questo approccio in una fase successiva. Tengo sempre a parte da queste considerazioni la popolazione pediatrica più fragile, con problemi cronici, poiché è corretto proteggere prima chi corre un rischio maggiore.
Anche se il virus non risulta così pericoloso per i bambini si è parlato molto dei disturbi post-covid
Noi li stiamo studiando, molte situazioni vanno valutate nel tempo. Innanzitutto l’aspetto psicologico risulta essere molto importante, oltre ad essere spesso compromesso ha uno spettro molto vario che va dai disturbi dell’alimentazione, alle manie suicidali, alle psicosi piuttosto che ai disturbi post traumatici di stress e difetti dell’attenzione; queste ultime problematiche meno gravi ma che comunque hanno una certa rilevanza nella crescita del ragazzo. Per quanto riguarda invece gli aspetti immunologici che noi stiamo vedendo ci sono degli elementi ad esempio legati a un processo di invecchiamento precoce proprio come risposta di un’attivazione importante del sistema stesso e poi vi sono problemi che riguardano chiaramente l’aspetto polmonare; tutte situazioni che comunque sono in questo momento accuratamente attenzionate per capirne l’evoluzione a lungo termine.
E giusto vaccinarli?
In un’ottica di salvaguardia interna del Paese ha un suo senso vaccinarli, anche se prima di procedere tra i giovanissimi sarebbe stato giusto ampliare la vaccinazione a livello mondiale poichè in molti Paesi ancora non è stato garantito nessun tipo di vaccinazione. E’ uscita in questi giorni ad esempio la notizia che in Africa è stato vaccinato lo stesso numero di persone dell’Italia, e questo ci mostra un pò le dimensioni del problema. Su questo siamo molto indietro e a mio parere tale approccio andrebbe un po' rivisto poichè questa epidemia ci ha insegnato che anche a livello mondiale siamo tutti strettamente connessi.
Perché si parla sempre del vaccino Pfizer e non di Moderna per le fasce più vulnerabili, pur essendo similari?
La ragione è molto semplice: il Pfizer è il vaccino che prima degli altri ha superato gli steps regolatori e quindi è quello che per primo ha ottenuto l’autorizzazione ad esser somministrato nella fascia dei giovanissimi e dei più vulnerabili. Un chiaro vantaggio sul mercato, anche se è seguito a ruota stretta da Moderna che ha inizialmente puntato al mercato americano.
Quali sono i rischi a breve e lungo termine del vaccino anti- covid nei giovanissimi
Gli effetti collaterali del vaccino finora sono tutti sovrapponibili a quelli degli adulti: reazione locale, febbre, brividi, mialgia e malessere generale. Ma una delle principali domande che ancora non hanno risposta e su cui tutta la comunità scientifica sta lavorando sono i casi di miocarditi, verificatasi in alcuni giovani pazienti dopo il vaccino anti-covid, segnalati dai colleghi americani e israeliani. Questo dato, anche se non ancora confermato, è stato sufficiente per allertare a lanciare uno studio che valuti questo aspetto.
Gli effetti a lungo termine invece non si possono prevedere ma sappiamo che nel vaccino a mRNA il filamento di mRNA che è all’interno del vaccino una volta trascritto viene eliminato, quindi teoricamente non c’è ragione di pensare a problemi a lungo termine provocati da questo vaccino.
Si potranno vaccinare anche i bambini sotto i 12 anni?
Assolutamente si. Si sta lavorando in quest’ottica, sono già in fase avanzata le procedure di autorizzazione presso gli enti regolatori ed è quindi verosimile che presto anche i più piccoli potranno vaccinarsi.
Benedetta de Mattei