Dopo il collasso sul campo nella prima partita della Danimarca agli Europei 2021 contro la Finlandia, Christian Eriksen ha lasciato l'ospedale, dopo che gli è stato impiantato un defibrillatore. L’apparecchio si rende necessario dopo un attacco cardiaco per rimediare alle aritmie.
Benedetta de Mattei ha intervistato il prof. Michele Gulizia – Direttore Cardiologia Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania e Presidente della Fondazione per il Tuo cuore - ANMCO – per capire cosa sono le aritmie, chi colpiscono e come prevenirle.
Che cos’è un’aritmia cardiaca?
Normalmente il nostro cuore batte a cadenza regolare con frequenza che nell’adulto può variare tra i 60 e i 100 battiti al minuto. Si parla di “aritmia” quando il battito è troppo lento, o troppo veloce o addirittura irregolare. Quando il cuore non batte correttamente non riesce a pompare il sangue in modo efficace e questo impedisce al cervello, ai reni, ai polmoni e a tutti gli altri organi di funzionare correttamente, mettendo in pericolo più o meno immediato la persona che ne è affetta.
Vi sono diversi tipi di aritmie cardiache
Quando il cuore batte più lentamente, scendendo sotto i 60 battiti al minuto, si parla di bradicardia (bradiaritmia se il battito è anche irregolare) e fanno parte di questa tipologia di aritmie:
- le disfunzioni della formazione dell’impulso;
- i blocchi atrio-ventricolari.
Si parla invece di tachicardia (o tachiaritmia se battito irregolare) quando il cuore batte più velocemente, oltre 100 battiti al minuto.
- la tachicardia da rientro nodale;
- la tachicardia da rientro atrio-ventricolare;
- la tachicardia atriale;
- il flutter atriale;
- la fibrillazione atriale;
- la tachicardia ventricolare.
Extrasistolia e aritmie del battito: sono le aritmie in cui è la ritmicità del battito ad essere alterata, non la velocità. L’extrasistolia consta nella presenza di battiti extra (ovvero anticipati) singoli o ripetitivi. Molto diffusa nei soggetti ansiosi sono le extrasistoli sopraventricolari, in genere innocue.
Quale tipo di aritmia ha causato a suo avviso il collasso di Eriksen?
A giudicare da quanto raccontato dai media e dalla visione delle immagini agghiaccianti del massaggio cardiaco eseguito in campo, il calciatore potrebbe essere stato affetto da una aritmia ventricolare maligna (fibrillazione ventricolare e/o torsione di punta) con arresto funzionale dell’attività cardiaca, che appunto è stata supplita dal massaggio cardiaco esterno. E proprio per scongiurare l’insorgenza di un altro episodio di morte cardiaca improvvisa su base elettrica che il calciatore è stato indicato alla terapia con impianto di defibrillatore cardiaco impiantabile in prevenzione secondaria. Immagino, e spero per lui, che abbiano ipotizzato l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo che, oltre a proteggerlo da una aritmia ventricolare maligna, in molte nazioni (non in Italia) è compatibile con l’attività sportiva agonistica.
Chi colpiscono generalmente le aritmie?
Le aritmie colpiscono milioni di persone al mondo, anche gli italiani, spesso over 60 ma anche sempre più giovani e soprattutto sportivi. Un’aritmia non deve mai essere sottovalutata ed è sempre raccomandabile che venga segnalata ed approfondita con l’aiuto dello specialista cardiologo. Spesso si tratta di patologie benigne, ma va sempre escluso con certezza il rischio di complicazioni. In pazienti con familiarità per aritmie o malattie cardiovascolari, preesistenti patologie cardiache, la comparsa di aritmia è con maggiore probabilità indicativa di problemi più seri.
Quali sono i sintomi?
La sintomatologia è variabile poiché come abbiamo visto le aritmie sono tantissime e diversamente percepite da ciascuna persona.
Quando la frequenza del battito è maggiore del normale (aritmie ipercinetiche) possono esservi:
- dolore al petto
- difficoltà respiratoria
- pallore
- confusione mentale
- sudorazione calda
Mentre quando la frequenza del battito è minore del normale (aritmie ipocinetiche) possono esservi:
- vertigini
- svenimenti
- sudorazione fredda
- sincopi
L’aritmia provoca anche momenti di mancanza del battito cardiaco o una sensazione simile ad uno sfarfallio nel petto.
Cause
Le cause delle aritmie possono essere diverse, tra le principali vi sono:
- Le cardiopatie congenite, cioè presenti dalla nascita
- Le cardiopatie acquisite, cioè sviluppate nel corso della vita (a causa ad esempio di ischemia cardiaca, infarto del miocardio, ipertensione arteriosa e diabete)
- L’ipertiroidismo
- Alcuni fattori di vita che possono influenzare il nostro muscolo cardiaco come: alcol e droghe, fumo, stress, alimentazione ricca di grassi o abuso di alcuni farmaci
- Non bisogna trascurare l’importante capitolo delle cardiopatie aritmiche a trasmissione genetica, che possono associarsi ad un alto rischio di morte improvvisa (Sindrome del QT-lungo e S. del QT corto, S. di Brugada, Displasia Aritmogena del Ventricolo Destro).
Come diagnosticare le aritmie?
Per diagnosticare un’aritmia cardiaca, il cardiologo effettua una visita completa con elettrocardiogramma e una accurata anamnesi del paziente, e qualora lo ritenesse opportuno sottopone il paziente all’elettrocardiogramma dinamico, il cosiddetto Holter, una tecnica diagnostica che consente di monitorare l’elettrocardiogramma del paziente nell’arco dell’intera giornata (24-48 ore).
Come fare prevenzione e mantenere il proprio cuore in buona salute?
Quando vi sono patologie strutturali ed organiche cardiache o metaboliche che possono favorire l’insorgenza di aritmie, la prevenzione delle aritmie prevede la cura di tali malattie. Un discorso a parte meritano poi le aritmie minacciose o mortali su base congenita, per le quali servono controlli cardiologici specifici e mirati (talora anche semi-invasivi) nei familiari degli affetti.
È possibile mantenere in buona saluta il proprio cuore evitando alcuni fattori di rischio, come ad esempio l’ipertensione o la cardiopatia ischemica che possono scatenare le aritmie, ma per avere uno stile di vita sano è fondamentale:
- un’alimentazione sana ed equilibrata
- il controllo della colesterolemia e del proprio peso corporeo
- un’attività fisica regolare
- non fumare
- evitare forti stress emotivi, fisici o lavorativi
- fare attenzione all’assunzione di alcuni farmaci, soprattutto quelli cosiddetti tachicardizzanti come alcuni spray nasali e/o broncodilatatori
Benedetta de Mattei