È la prima volta che si analizza la pubblica amministrazione con un questionario da sottoporre a chi ci lavora. Il campione è formato dai 2200 dipendenti pubblici. In ogni foglio, c'è una serie di domande a cui rispondere fornendo un grado di giudizio. L'obiettivo è rilevare il benessere organizzativo nel settore. Le questioni su cui fornire opinioni sono diverse. Si parte dalla sicurezza e dalla salute sul lavoro, con quesiti, ad esempio, sulla soddisfazione del dipendente in merito agli spazi.
Ma al lavoratore viene anche chiesto se sia oggetto di molestie, demansionamenti o estromissioni dal flusso di informazioni. Un capitolo a parte lo occupa proprio il tema delle discriminazioni in base a condizioni come appartenenza sindacale, orientamento politico, sessuale o religioso. Si passa poi a trattare aspetti più macroscopici, tra i quali l'immagine esterna dell'amministrazione pubblica percepita dal lavoratore. Alcune delle domande sono relative al capo ufficio.
I questionari, gestiti dalla Funzione pubblica, sono anonimi e non permetteranno di risalire alle unità organizzative di appartenenza dei dipendenti. Ma se non c'è un riferimento all'ufficio, come sarà poi possibile risolvere le situazioni critiche o le discriminazioni segnalate? La risposta è che lo scopo dell'indagine è “appurare unicamente lo stato di salute generale dell'organizzazione”, come spiega chi lo ha diffuso. Per segnalare gli illeciti, afferma Manuel Canti, direttore della Funzione Pubblica, c'è un'apposita procedura interna all'amministrazione che, anche in questo caso, garantisce l'anonimato.
I risultati, prosegue Canti, permetteranno di ricalibrare la formazione nella PA. Il progetto si basa sulle indicazioni degli organismi internazionali. L'indagine sarà ripetuta periodicamente e coinvolgerà i dipendenti di tutto il settore pubblico allargato.
Mauro Torresi
Ma al lavoratore viene anche chiesto se sia oggetto di molestie, demansionamenti o estromissioni dal flusso di informazioni. Un capitolo a parte lo occupa proprio il tema delle discriminazioni in base a condizioni come appartenenza sindacale, orientamento politico, sessuale o religioso. Si passa poi a trattare aspetti più macroscopici, tra i quali l'immagine esterna dell'amministrazione pubblica percepita dal lavoratore. Alcune delle domande sono relative al capo ufficio.
I questionari, gestiti dalla Funzione pubblica, sono anonimi e non permetteranno di risalire alle unità organizzative di appartenenza dei dipendenti. Ma se non c'è un riferimento all'ufficio, come sarà poi possibile risolvere le situazioni critiche o le discriminazioni segnalate? La risposta è che lo scopo dell'indagine è “appurare unicamente lo stato di salute generale dell'organizzazione”, come spiega chi lo ha diffuso. Per segnalare gli illeciti, afferma Manuel Canti, direttore della Funzione Pubblica, c'è un'apposita procedura interna all'amministrazione che, anche in questo caso, garantisce l'anonimato.
I risultati, prosegue Canti, permetteranno di ricalibrare la formazione nella PA. Il progetto si basa sulle indicazioni degli organismi internazionali. L'indagine sarà ripetuta periodicamente e coinvolgerà i dipendenti di tutto il settore pubblico allargato.
Mauro Torresi
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