C’è un importante aspetto che contraddistingue il complesso fenomeno della violenza contro le donne: quello di natura giuridica. Non è un segreto che il codice penale sammarinese sia ancora inadeguato. La ricerca condotta dal magistrato dirigente e dall’ordine degli avvocati e notai propone un’analisi dettagliata della normativa vigente anche alla luce della raccomandazione del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sulla protezione delle donne contro la violenza. Ne emergono diverse lacune culturali e legislative.
Mancano infatti sia una adeguata comprensione del fenomeno, sia opportune forme di tutela delle vittime. Il nostro sistema giudiziario si rivela debole soprattutto nell’ambito della violenza familiare.
Insufficiente inoltre la tutela della vittima nel processo penale. L’attuale codice di procedura penale prevede che questo tipo di reati sia perseguibile solo su querela della vittime e non introduce norme speciali volte a proteggere e garantire i soggetti abusati. In presenza di un coniuge violento il giudice non può infatti allontanarlo da casa.
Inoltre la violenza non è contemplata tra le cause in base alle quali si possa richiedere la separazione o il divorzio. Il codice penale dovrebbe inoltre prevedere quale giusta causa di abbandono della casa familiare l’avere subito violenza da qualunque componente della famiglia, confermando il dovere di assistenza materiale da parte di chi ha usato violenza.
San Marino, riaffermando la sua secolare tradizione di libertà e giustizia, intende affrontare questi temi e porsi in prima fila nella difesa dei diritti della persona: "La Repubblica - spiega il Segretario alla Giustizia Ivan Foschi - sta lavorando per riformare il suo ordinamento, in modo da recepire i principi e le indicazioni posti ufficialmente all’ordine del giorno anche della campagna paneuropea per prevenire e combattere la violenza contro le donne".
Nei prossimi mesi la Segreteria cercherà di dare risposte alle lacune evidenziate. "È un aspetto che merita grande impegno, è dunque nostra intenzione- conclude Foschi- intervenire quanto prima".
Mancano infatti sia una adeguata comprensione del fenomeno, sia opportune forme di tutela delle vittime. Il nostro sistema giudiziario si rivela debole soprattutto nell’ambito della violenza familiare.
Insufficiente inoltre la tutela della vittima nel processo penale. L’attuale codice di procedura penale prevede che questo tipo di reati sia perseguibile solo su querela della vittime e non introduce norme speciali volte a proteggere e garantire i soggetti abusati. In presenza di un coniuge violento il giudice non può infatti allontanarlo da casa.
Inoltre la violenza non è contemplata tra le cause in base alle quali si possa richiedere la separazione o il divorzio. Il codice penale dovrebbe inoltre prevedere quale giusta causa di abbandono della casa familiare l’avere subito violenza da qualunque componente della famiglia, confermando il dovere di assistenza materiale da parte di chi ha usato violenza.
San Marino, riaffermando la sua secolare tradizione di libertà e giustizia, intende affrontare questi temi e porsi in prima fila nella difesa dei diritti della persona: "La Repubblica - spiega il Segretario alla Giustizia Ivan Foschi - sta lavorando per riformare il suo ordinamento, in modo da recepire i principi e le indicazioni posti ufficialmente all’ordine del giorno anche della campagna paneuropea per prevenire e combattere la violenza contro le donne".
Nei prossimi mesi la Segreteria cercherà di dare risposte alle lacune evidenziate. "È un aspetto che merita grande impegno, è dunque nostra intenzione- conclude Foschi- intervenire quanto prima".
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