75esimo anniversario della Liberazione d'Italia dal nazifascismo. "Dalle tante iniziative realizzate online e sui social ai balconi, la voglia di fare comunità, condividendo la volontà di resistere adesso e di rialzarsi domani. Saremo pronti a farlo, ne sono certo. Oggi il nostro pensiero va anche a chi ci ha lasciato in queste settimane: nessun lutto potrà essere riparato, ma insieme ripartiremo"
“La memoria di chi è stato trucidato in nome dell’odio e di una violenza cieca che tuttora si fatica anche solo a concepire. Il coraggio e la forza di chi scelse di opporsi alla dittatura e schierarsi con chi si batteva per la democrazia e la libertà. Mai come oggi, di fronte alla necessità di ricostruire che abbiamo davanti, dobbiamo rifarci ai valori usciti dalla Resistenza partigiana e sanciti nella nostra Costituzione: il rispetto della persona e dei diritti inviolabili di ciascuno, la rimozione di ogni ostacolo di ordine economico e sociale, per una ripartenza che non dovrà lasciare indietro nessuno”. Nel 75esimo anniversario della Liberazione d’Italia, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, si è recato questa mattina a Marzabotto, al Sacrario dei caduti. Con lui Valter Cardi, presidente del Comitato per le onoranze ai caduti di Marzabotto, la sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, i sindaci di Grizzana Morandi, Franco Rubini, e di Monzuno, Bruno Pasquini, i tre comuni nei quali si consumò il terribile eccidio di Monte Sole, una serie di stragi compiute dai nazifascisti nei giorni fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre del 1944. La deposizione di alcune corone, in una cerimonia senza la partecipazione dei cittadini, così come imposto dalle misure restrittive per contrastare la diffusione del Coronavirus. “È un dovere civile prima che istituzionale essere qui oggi, perché celebrare ogni anno il 25 aprile non è né rituale né banale, anche se pare che ogni giorno qualcuno in più si aggreghi a chi vorrebbe dimenticare quella stagione che ci riportò pace e democrazia”, ha affermato Bonaccini ricordando anche l’atto ignobile di chi ieri a Cavriago, nel reggiano, ha deturpato con svastiche il municipio e altri monumenti. “Forse la pena migliore per i colpevoli sarebbe portarli qui a vedere questa drammatica sequenza di persone, nomi ed età”. “Ricordare è un dovere- ha aggiunto il presidente -, per questo rivendico con orgoglio la nostra legge regionale sulla memoria che ogni anno assegna un milione di euro a progetti portati avanti da scuole, associazioni, istituti storici. E se oggi celebriamo la Liberazione in uno scenario inedito, con piazze e strade deserte, sono tantissime però le iniziative realizzate in Emilia-Romagna e nel Paese senza arrendersi alla pandemia, online e sui social o sui balconi, prime fra tutte quelle volute dall’Anpi. Facendo comunque comunità, condividendo la volontà di resistere adesso e di rialzarsi domani. Saremo pronti a farlo, ne sono certo”. “In questa emergenza abbiamo già pagato un prezzo altissimo: il mio e il nostro pensiero va alle tante persone che non ci sono più e ai loro cari. Nessun lutto potrà essere riparato, ma insieme ripartiremo, ricostruendo reti sociali e servizi, il lavoro e l’economia, come abbiamo fatto altre volte nel nostro passato, a partire proprio dal secondo dopoguerra. O qui, nella nostra terra, dopo il sisma del 2012. Senza rinunciare al confronto e all’esercizio della democrazia, consapevoli, sempre- ha concluso Bonaccini- che il poterlo fare lo dobbiamo a chi, 75 anni fa, si batté per lasciarci in eredità proprio democrazia e libertà, tuttora i beni più preziosi”.