Logo San Marino RTV

8 marzo: una giornata di impegno per i diritti e la parità nel lavoro e nella società

6 mar 2023
8 marzo: una giornata di impegno per i diritti e la parità nel lavoro e nella società

La Centrale Sindacale Unitaria intende sottolineare la celebrazione dell’8 Marzo 2023 - Giornata Internazionale della Donna - con un forte appello alle istituzioni sammarinesi ed alla cittadinanza affinché, a tutti i livelli e negli organismi internazionali, si mantenga alta l’attenzione sul tema dei diritti fondamentali e contro qualsiasi forma di discriminazione di genere. Chiediamo con forza alle istituzioni sammarinesi di farsi portavoce presso l'ONU affinché vengano avviate tutte le iniziative necessarie per affermare in tutti questi Paesi i diritti delle donne e il pieno riconoscimento del loro valore nella società. La Giornata Internazionale della Donna 2023 si celebra ad un anno di distanza dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Le speranze che il conflitto si potesse concludere velocemente sono naufragate, e nemmeno ora si intravvede la prospettiva di negoziati di pace a breve termine, in grado di far tacere le armi e risparmiare tante vite umane. Le donne ucraine stanno portando sulle loro spalle un peso enorme. Quelle che vivono nel loro Paese oltre a prendersi cura dei familiari, si sobbarcano gran parte del lavoro nelle attività produttive e di servizi che ancora funzionano, nonostante i bombardamenti russi, e forniscono un aiuto fondamentale ai soldati e ai volontari impegnati nei combattimenti, spesso trovandosi in prima linea. Un pensiero di vicinanza e profonda solidarietà anche quest'anno lo rivolgiamo alle tante donne ucraine che vivono a San Marino per prendersi cura dei nostri anziani; molte di loro hanno i figli e famigliari in Ucraina in balia delle bombe e degli attacchi dell'esercito russo. La nostra solidarietà va anche alle tante donne che hanno dovuto rifugiarsi in altri Paesi, tra cui anche la nostra Repubblica, per sfuggire alla guerra. Il conflitto in Ucraina, al di là della sue motivazioni geopolitiche e storiche, è la dimostrazione che i valori umani di cui sono portatrici le donne - la pace, l'accoglienza, il dialogo - sono ancora lontani dall'essere prevalenti nel mondo di oggi, tuttora dominato da logiche economiche, di potere e di prevaricazione sui più deboli. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sulla situazione di tutti quei Paesi governati da regimi autoritari e sessisti in cui i diritti delle donne sono negati o calpestati, tra cui l'Iran, l'Afghanistan, i paesi integralisti, dove le donne sono ancora considerate soggetti privi di molti diritti fondamentali e totalmente subordinate all'uomo, nonché vittime di numerose forme di violenza, fino addirittura ad essere uccise, come nel caso di Masha Amini, la ragazza di 22 anni arrestata dalla cosiddetta polizia religiosa di Teheran perché non portava il velo in modo "appropriato", e morta dopo tre giorni a causa delle percosse subite. Tra i diritti fondamentali negati alle donne nei Paesi integralisti, va sottolineato quello legato all’istruzione: come sottacere le azioni criminali del regime degli ayatollah a danno delle studentesse iraniane, che sono state oggetto di attacchi con gas tossici mentre frequentavano le lezioni per dissuaderle dai percorsi scolastici. La CSU è solidale con tutti i movimenti di donne e di cittadini che si battono, in Iran come in altri Paesi, per portare democrazia e libertà per tutti i cittadini e per riconoscere alle donne i diritti fondamentali e condizioni di libertà, uguaglianza e autodeterminazione. Sul piano interno, torniamo a sollecitare più che mai l'avvio di un confronto con tutte le istituzioni affinché vengano definite ed avviate all’iter consiliare le misure legislative necessarie alla piena attuazione della Convenzione OIL 190, contestualmente all’adozione di un Protocollo, già elaborato in una prima bozza dalla Segreteria per il Lavoro, che impegni Governo, Sindacati e Associazioni di Categoria a mettere in atto adeguati piani di prevenzione, formazione ed informazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Inoltre la CSU ritiene necessario che il legislatore intervenga per armonizzare ed ampliare le tutele di Legge esistenti, prevedendo anche norme che consentano di attivare d'ufficio i procedimenti penali nei casi di violenza e molestie ai danni delle donne e dei soggetti più deboli, superando quindi la necessità di una denuncia di parte; dovranno essere anche introdotte norme a protezione di coloro che denunciano gli abusi subiti o di cui sono testimoni. L’impegno concreto della CSU per il 2023 è quello di organizzare un corso di formazione per i nostri funzionari, per metterli nelle condizioni di affrontare i casi di violenza in ogni sua forma, e di accogliere nel migliore dei modi le persone vittime di tali situazioni, anche per indirizzarle verso i servizi di supporto più appropriati. Per molte donne il diritto alla maternità non è garantito nei fatti, in quanto a San Marino è ancora elemento di discriminazione, oltre a non essere adeguatamente sostenuto dal contesto sociale ed economico. Infatti, creare una famiglia e mettere al mondo dei figli è un obiettivo sempre più difficile da realizzare, tant'è vero che da anni assistiamo ad un calo inarrestabile della natalità. La CSU ritiene che sia ormai indispensabile trovare soluzioni concrete a sostegno delle famiglie assicurando il diritto alla casa, rendendo disponibili gli immobili e calmierando i prezzi delle abitazioni e degli affitti e rivedendo profondamente la normativa che riguarda i mutui agevolati con intervento e garanzia dello Stato. Per la CSU occorre inoltre pianificare una serie di più articolati ed incisivi interventi a sostegno delle famiglie tra i quali: maggiori incentivi economici per la natalità, revisione in aumento degli Assegni Familiari, potenziamento dei servizi pubblici di supporto, maggiore stabilità dei rapporti di lavoro e, non ultima, la rivalutazione degli stipendi e dei salari. Vanno inoltre rimosse, con un intervento legislativo bipartisan, tutte le discriminazioni presenti negli ambiti contrattuali come ad esempio quelle riguardanti i premi legati alla presenza; in tal senso i cinque mesi di astensione obbligatoria per maternità non vengono considerati convenzionalmente come regolare presenza sul luogo di lavoro. È fondamentale che l'8 marzo non resti mai una semplice ricorrenza, ma sia l’occasione per dare un forte impulso all'impegno delle istituzioni ed a tutta la società per affermare i diritti che ancora non sono pienamente fruibili dalle donne e interrompere la catena di soprusi, violenze di genere e discriminazioni che a vari livelli ancora subiscono.

Cs - CSU





Riproduzione riservata ©