Prendiamo nota di come il Consigliere Roberto Ciavatta, come altri prima di lui, continui imperterrito a portare avanti una politica fatta di fango e insinuazioni, in barba agli appelli al dialogo portati avanti con candore da qualche suo compagno di banco appena pochi giorni fa.
Le insinuazioni gratuite, senza filtro e senza fondamento, forse tese a caricare ancora di più chi salirà in piazza mercoledì, fatte dallo Stesso Ciavatta venerdì scorso in merito a ipotetiche tangenti, a ipotetiche pressioni politiche nostrane su una società lussemburghese per denunciare una sua collega di partito, su stravaganti tentativi di bloccare processi in corso che – come è normale che avvenga – continuano ad andare avanti esattamente come previsto dalla maggioranza dei membri della Commissione Giustizia, sono vergognose.
Si tratta della più becera politica del fango, che segue il solito modus operandi del leader di Rete a cui ormai purtroppo ci siamo tutti abituati, almeno dall’inizio di questa legislatura. Un modus operandi che squalifica in maniera definitiva il ruolo che ricopre e le nostre istituzioni.
Un Consigliere della Repubblica che parla pubblicamente di tangenti, relativamente ad un’operazione di vendita condotta con un bando pubblico, da un Istituto Finanziario italiano attentamente vigilato da Bankitalia, partecipato dalla principale banca sammarinese e da altre novanta banche italiane, le cui motivazioni sono state ampiamente spiegate in Commissione Finanze, che trova peraltro d’accordo pure il membro nominato dalla stessa Rete all’interno del Cda di Carisp (che ha definito congrue le offerte finora ricevute), non può farlo con due righe su un giornale.
Deve portare dei documenti a sostegno di quello che dice e denunciare.
Un Consigliere della Repubblica che parla pubblicamente di gravi macchinazioni ordite da qualche politico nostrano per spingere un grande finanziere italiano, per il tramite di una società lussemburghese, a denunciare una sua collega parlamentare per calunnia, non può farlo con due righe su un giornale.
Deve portare dei documenti a sostegno di quello che dice e denunciare.
Se non lo fa, si qualifica per l’ennesima volta come un irresponsabile falsario della politica, che se ne frega di ogni regola morale, prima ancora che istituzionale, disposto a tutto, anche a squalificare la Reggenza e a definire antidemocratiche due persone – come Matteo Fiorini ed Enrico Carattoni – riconosciute da tutti per la loro correttezza, personale prima che istituzionale, pur di guadagnare facile consenso in un momento difficile per il Paese.
Un commento è d’obbligo anche sulle affermazioni degli ex Segretari di Stato del PDCS, che si dichiarano totalmente inconsapevoli del fatto che Confuorti sarebbe arrivato in Repubblica già da qualche anno, durante il precedente Governo. E’ surreale che proprio un membro del PDCS sia arrivato a chiedere l’autosospensione dei membri del CCR attuali, messi sotto accusa a prescindere perché “non potevano non sapere” anche se – come si evince dall’ordinanza al centro delle cronache – non hanno mai avuto alcun rapporto diretto con Confuorti, mentre sarebbe normalissimo che nel 2014 lo stesso sia arrivato in Repubblica con un contratto di consulenza a totale insaputa degli stessi accusatori.
Per quanto ci riguarda ribadiamo quanto già detto. Disponibilissimi a fare ogni valutazione politica che si dovesse rendere necessaria una volta conclusa almeno la fase inquirente, speriamo prima possibile. Spetta al tribunale infatti fare chiarezza, non alla demagogia di qualche tribuno politico, e sottolineiamo di nuovo che il Governo, in accordo con la maggioranza, ha già annunciato che in caso arrivino dei rinvii a giudizio si costituirà parte civile nel processo per chiedere eventuali danni per la collettività.
Siamo convinti, infine, che il dialogo fra maggioranza e opposizione sarebbe più che auspicabile per tutelare gli interessi della Repubblica in questo difficile momento storico, ma siamo anche convinti che non si potrà mai recuperare finché i metodi che qualche capobastone porta avanti rimangono questi.
Comunicato stampa
Adesso.sm
Le insinuazioni gratuite, senza filtro e senza fondamento, forse tese a caricare ancora di più chi salirà in piazza mercoledì, fatte dallo Stesso Ciavatta venerdì scorso in merito a ipotetiche tangenti, a ipotetiche pressioni politiche nostrane su una società lussemburghese per denunciare una sua collega di partito, su stravaganti tentativi di bloccare processi in corso che – come è normale che avvenga – continuano ad andare avanti esattamente come previsto dalla maggioranza dei membri della Commissione Giustizia, sono vergognose.
Si tratta della più becera politica del fango, che segue il solito modus operandi del leader di Rete a cui ormai purtroppo ci siamo tutti abituati, almeno dall’inizio di questa legislatura. Un modus operandi che squalifica in maniera definitiva il ruolo che ricopre e le nostre istituzioni.
Un Consigliere della Repubblica che parla pubblicamente di tangenti, relativamente ad un’operazione di vendita condotta con un bando pubblico, da un Istituto Finanziario italiano attentamente vigilato da Bankitalia, partecipato dalla principale banca sammarinese e da altre novanta banche italiane, le cui motivazioni sono state ampiamente spiegate in Commissione Finanze, che trova peraltro d’accordo pure il membro nominato dalla stessa Rete all’interno del Cda di Carisp (che ha definito congrue le offerte finora ricevute), non può farlo con due righe su un giornale.
Deve portare dei documenti a sostegno di quello che dice e denunciare.
Un Consigliere della Repubblica che parla pubblicamente di gravi macchinazioni ordite da qualche politico nostrano per spingere un grande finanziere italiano, per il tramite di una società lussemburghese, a denunciare una sua collega parlamentare per calunnia, non può farlo con due righe su un giornale.
Deve portare dei documenti a sostegno di quello che dice e denunciare.
Se non lo fa, si qualifica per l’ennesima volta come un irresponsabile falsario della politica, che se ne frega di ogni regola morale, prima ancora che istituzionale, disposto a tutto, anche a squalificare la Reggenza e a definire antidemocratiche due persone – come Matteo Fiorini ed Enrico Carattoni – riconosciute da tutti per la loro correttezza, personale prima che istituzionale, pur di guadagnare facile consenso in un momento difficile per il Paese.
Un commento è d’obbligo anche sulle affermazioni degli ex Segretari di Stato del PDCS, che si dichiarano totalmente inconsapevoli del fatto che Confuorti sarebbe arrivato in Repubblica già da qualche anno, durante il precedente Governo. E’ surreale che proprio un membro del PDCS sia arrivato a chiedere l’autosospensione dei membri del CCR attuali, messi sotto accusa a prescindere perché “non potevano non sapere” anche se – come si evince dall’ordinanza al centro delle cronache – non hanno mai avuto alcun rapporto diretto con Confuorti, mentre sarebbe normalissimo che nel 2014 lo stesso sia arrivato in Repubblica con un contratto di consulenza a totale insaputa degli stessi accusatori.
Per quanto ci riguarda ribadiamo quanto già detto. Disponibilissimi a fare ogni valutazione politica che si dovesse rendere necessaria una volta conclusa almeno la fase inquirente, speriamo prima possibile. Spetta al tribunale infatti fare chiarezza, non alla demagogia di qualche tribuno politico, e sottolineiamo di nuovo che il Governo, in accordo con la maggioranza, ha già annunciato che in caso arrivino dei rinvii a giudizio si costituirà parte civile nel processo per chiedere eventuali danni per la collettività.
Siamo convinti, infine, che il dialogo fra maggioranza e opposizione sarebbe più che auspicabile per tutelare gli interessi della Repubblica in questo difficile momento storico, ma siamo anche convinti che non si potrà mai recuperare finché i metodi che qualche capobastone porta avanti rimangono questi.
Comunicato stampa
Adesso.sm
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