Qual è il livello di democrazia a San Marino? Dovremmo rifletterci, specialmente adesso, dopo le elezioni. Alcuni potrebbero sostenere che non abbiamo problemi significativi e che, guardando il mondo intero, la nostra situazione sembri ancora buona. Tuttavia, non possiamo accontentarci, per le nostre radici e per il futuro, che non può essere sereno senza l'unità e la partecipazione attiva di tutti i cittadini nelle decisioni.
L'organismo internazionale V-Dem, che misura il livello di democrazia di un paese, propone oltre 350 indicatori raggruppati in 5 modelli. Il primo di questi è la Democrazia Elettorale. Senza entrare nella complessità di tale sistema, come possiamo ottenere una stima attraverso alcuni indicatori per valutare questa tornata elettorale?
Come possiamo quantificare quanti hanno votato con convinzione, quanti hanno scelto il “meno peggio”, quanti hanno votato scheda bianca o nulla perché il “meno peggio” non è stato ritenuto sufficiente, e quanti non si sono recati alle urne perché non si sono sentiti parte di questa democrazia?
Non è facile rispondere, ma qualche indicatore possiamo trovarlo:
I residenti che non si sono recati al voto: nel 2012 erano il 12,21%, nel 2016 il 16,13%, nel 2019 il 20,33% e adesso sono stati il 22,99%.
Quanti hanno votato scheda bianca o nulla: nel 2012 erano il 6,43%, nel 2016 il 4,19%, nel 2019 il 6,53% e adesso sono stati il 6,54%.
La Segreteria degli Interni non distingue le schede nulle per errore da quelle per protesta, e questo non tiene conto della volontà degli elettori, che invece andrebbe rispettata. Sarebbe anche possibile condurre un’indagine anonima per contare quanti hanno votato con convinzione e quanti no, utilizzando un semplice questionario anonimo all’interno della cabina elettorale.
In ogni caso, i dati già disponibili, anche se parziali, indicano un progressivo senso di impotenza dei cittadini e la percezione di non poter influire sul proprio governo, e quindi di non considerarsi in una vera democrazia. Questa sfiducia influisce anche su un impoverimento progressivo della qualità delle candidature, che a sua volta amplifica il problema.
Auguriamo a tutti i consiglieri eletti di prendere coscienza del problema e di adoperarsi per risolverlo, ponendo il bene comune del paese prima di quello della propria parte, affinché in futuro ci siano più votanti convinti e una maggiore qualità degli eletti.
Consapevoli che la democrazia implica partecipazione e che questa, oltre ad essere un diritto, è anche un dovere, arengoLab, che aveva sollecitato tutti i partiti a inserire nei programmi elettorali impegni per avviare processi di democrazia partecipata, continuerà a impegnarsi su questo tema e a proporre iniziative che favoriscano la partecipazione attiva dei cittadini al governo del paese.
Comunicato stampa
Per arengoLab Antonio Conti